Intrigo e amore al Teatro Quirino

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E’ da epoche immemorabili che i sentimenti dei figli spesso non vanno d’accordo con quelli dei padri, i quali sono portati a vedere gli interessi dei loro pargoli non soltanto in funzione del vero e proprio innamoramento al quale questi ultimi sono naturalmente assoggettati, ma in funzione di diversi altri interessi.

Siamo negli anni dal 1765 al 1785, in epoca pre romantica, quando tra Luise Millerin (una borghese) e Ferdinand (figlio di un ministro) scoppia l’amore, ma il ministro desidererebbe invece che il figlio mirasse ben più in alto, non soltanto per la casta della futura compagna di Ferdinand, ma anche perché egli ha adocchiato, come futura nuora, la figlia del principe regnante dal quale ultimo spera di essere promosso a vice ministro e per ostacolare l’amore tra i due giovani ordisce una trama che il suo segretario Wurm gestisce da vero mascalzone, favorendo una nobile invaghita di Ferdinand.

L’epilogo della lunga vicenda è assai drammatico e rappresenta esattamente l’atmosfera dell’epoca nella quale si svolge la storia, evidenziando specificamente lo scontro sociale in atto a quel tempo tra borghesia e nobiltà, scontro che rifletteva a sua volta il conflitto tra la tirannia e la tendenza alla felicità dell’essere. Il regista Marco Sciaccaluga riesce a farlo in maniera non priva di descrizioni sofisticate e mai prive di una elaborata finezza nella quale riesce a far prevalere l’aspetto a dir poco “gotico” della appassionata sofferenza di una donna che, alla fine, sarà sacrificata sugli altari della menzogna e dell’intrigo, rispettando con proprietà di espressioni e di linguaggio quello che è stato il volere dell’autore dell’opera, Friedrich Schiller.

Alla coerente descrizione dell’ambiente nobile e di quello ad essa sottostante, enormemente più povero, contribuiscono le più che appropriate scene e costumi di Catherine Rankl e le musiche di Andrea Nicolini ma la parte del leone, nella rappresentazione in scena fino all’11 febbraio prossimo al Teatro Quirino, poi, in tournèe, la fa un eccezionale Stefano Santospago nella parte del ministro padre di Ferdinand (Simone Toni) e non meno straordinaria è la prestazione di Alice Arcuri nella parte della sfortunata Luise.

 

I personaggi principali di contorno ai protagonisti, ma fondamentali per il completo inquadramento della vicenda narrata, sono quelli egregiamente interpretati dal viscido Wurm, il segretario maneggione del ministro, al quale Andrea Nicolini riesce ad infondere tutto il carattere del personaggio e Mariangeles Torres

 

 

(Lady Milford) che nella qualità di favorita del Principe, riesce ad esprimere tutto il male e tutto l’intrigo che obnubilavano il periodo storico nel quale è ambientata la tragica storia, periodo nel quale, non dimentichiamolo, l’Europa esplose in una serie di reazioni che il periodo del romanticismo tedesco a malapena riuscì a ritardare ma non a contenere.

Andrea Gentili

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