LUI BOLIN è un artista fotografo e scultore molto noto internazionalmente per le sue performances nell’arte del camouflage. L’antologica presenta oltre 70 opere fotografiche comprese quelle scattate in Italia nel 2017. La mostra si apre il 2 marzo 2018 nelle Sale del Vittoriano.
La grande antologica che si apre a Roma il 2 marzo 2018 ha il patrocinio di Roma Capitale e della Fondazione Italia Cina ed è prodotta e organizzata Arthemisia con la Galleria Boxart. L’esposizione è curata da Raffaele Gavarro.
Liu Bolin artista contestatore viene chiamato anche l’uomo invisibile per le sue performances dove impiega la sua figura inserita nel paesaggio.
La sua prima performance fotografica si deve alla distruzione del suo studio a Pechino nel 2005 quando lo Stato cinese ormai aveva deciso di approfittare della crescita economica per dare un nuovo volto alla Capitale distruggendo così il quartiere degli artisti nel quale Liu Bolim abitava. La sua protesta silenziosa mediante la performance è stata mostrata nei musei di tutti il mondo con una sua foto davanti alle macerie del quartiere.
E’ proprio studiando la crescita e lo sviluppo della società cinese. che nel 2007 l’artista ha creato China Report 2007 con foto che mostrano le catastrofiche naturali, le demolizioni, l’instabilità sociale presentando i cambiamenti avvenuti in Cina nel periodo. Liu Bolin ha utilizzato la sua arte per evidenziare i problemi sociali impiegando il suo corpo nei paesaggi urbani, scegliendo a volte Venezia come centro tradizionale dell’arte occidentale e New York invece per il conflitto che si crea tra le persone e le loro creazioni.
Le sue performances lo portano a farsi fotografare davanti a monumenti più importanti, tra gli immigrati, innanzi a opere d’arte, nei supermercati, nelle librerie e quant’altro. Per la mostra italiana ha fotografato naturalmente il Colosseo, e la Reggia di Caserta, che sono presentati in prima mondiale. Le sue immagini sono divenute un’icona per molti marchi italiani che utilizzano i suoi camouflage per pubblicizzare il proprio prodotto.
Le sue opere in modo semplice contengono molti messaggi sociali con la fotografia, la pittura e l’installazione mostrando come il presente sia condizionato dal peso della storia e da ciò che il progresso esige.
Sarà certamente una mostra da non mancare.
Emilia Dodi