Fabrizio Monteverde non poteva meglio di così gestire il suo parallelo adattamento di due celebri opere russe: “Il Lago dei Cigni” di Cajkovskiy e “Il Cigno” di Cechov ed altrettanto meglio non poteva dirigere il poderoso “Balletto di Roma” che ieri sera ha calcato il palcoscenico del Teatro Quirino con un successo straordinario degno soltanto delle migliori interpretazioni, in classico ed in moderno, delle due opere.
Mentre il “Lago dei Cigni” è il dramma di due innamorati, Siegfried e Odette, che vengono ostacolati nel loro amore e pagano con la vita la loro perseveranza, il “Cigno” è invece la personale rievocazione della carriera di un vecchio attore, che danzando vuole esprimere tutta quella che è stata la sua vita d’artista.
Dalla fusione delle due storie immortali nascono uno psico dramma a tinte incredibilmente fulgide, danze di una armonia estrema e di eccezionali qualità interpretative che nel loro insieme sono state mirabilmente supportate da un mix di musiche tra le quali ha primeggiato “Il Principe Igor” da “Le danze Polovesiane” di Alessandro Borodin.
Destrezza ed arte della Compagnia hanno veramente attratto gli spettatori in sala che hanno applaudito, molto compiaciuti, anche a scena aperta omaggiando in tal modo la professionalità di tutti i danzatori che hanno calcato il palcoscenico.
Illusioni, memorie tratte da una carriera folta di successi e di insuccessi di un gruppo di anziani ballerini in cerca di gloria sono mirabilmente evidenziate da una serie di avvitamenti, di passi doppi, di acrobazie vere e proprie e di magie sceniche che la accorta regia e le coreografie dello stesso Monteverde hanno esaltato e proposto in maniera sublime accompagnate dagli splendidi ed appropriati costumi opera di Santi Rinciari.
La favola d’amore di Siefried e di Odette è narrata in maniera concorrente a quella delle speranze dei vecchi attori che si pongono in posizione a loro parallela avventurandosi insieme lungo un percorso che, analogamente a quello dei due amanti, terminerà senza successo alcuno, in un Lago che li ingoierà.
La bravissima interprete di Odette (Roberta De Simone) si impegna tra l’interpretazione di una principessa/cigno colma di buoni intenti e quella di un’artista che si dibatte tra un cumulo di stracci consumati fino a rappresentare, con consumata esperienza, il personaggio di una donna dea perennemente alla ricerca della giovinezza; nella sua opera è coadiuvata da un perfetto Siegfried
(Raffaele Scicchitano) mentre il terribile e malvagio mago Rothbart è mirabilmente interpretato da Luca Pannacci; la intrigante figlia del mago, Odile, è invece una deliziosa Monika Lepisto. Altri dieci agilissimi e ben coordinati danzatori completano l’eccezionale cast di un lavoro al quale non può assolutamente non assistere.
Le storie parallele degli amanti e quelle degli attori in cerca di ricordi si concludono entrambe tragicamente: gli innamorati non potranno contrastare il dramma che incombe su di loro mentre gli artisti, come il vecchio attore che ne “Il cigno” resta isolato in teatro e rivive la sua carriera interpretando i vari personaggi che lo hanno portato verso quello che nel tempo ha assunto la parafrasi di un canto del cigno.
La messa in scena è coadiuvata da proiezioni video, opera di Matteo Carratoni e di Michele Innocente, che rendono perfettamente l’idea dei pensieri e degli intendi dei protagonisti accompagnandoli nelle loro perfette, acrobatiche evoluzioni, tutte piene di sincronismi incredibili in grado di caratterizzare anni di lavoro durante i quali i componenti del Balletto di Roma hanno realizzato oltre mille spettacoli raccogliendo intorno a loro oltre quattrocentomila spettatori.
Andrea Gentili