È a tutti noto il dramma del pittore olandese che iniziò a dipingere fin da bambino e che dovette trascorrere parte della sua vita in un ricovero per malati mentali. La sua nevrastenia, é proprio a causa dei suoi disturbi mentali che la sua vita ebbe un intenso e fecondo periodo di produzione pittorica, la quale ha senz’altro risentito della malattia che tanto ferocemente lo colpì, anche influendo sulla sua arte ricercata e pressoché parallela a quella dei pittori giapponesi, arte tutta incentrata su autoritratti, paesaggi, nature morte, rappresentazioni di campi di grano e di girasoli.
Drammatico è il periodo di ricovero in casa di cura, ospite di una stanza paradossalmente per lui completamente di colore bianco, colore che contrastava con la sua produzione pittorica e di disegni; questo suo psico dramma viene abilmente descritto da uno sfolgorante Alessandro Preziosi che, diretto da Alessandro Maggi, recita fino al prossimo 4 marzo sul palcoscenico del Teatro Eliseo www.teatroeliseo.com un lavoro interessantissimo di Stefano Massini dal titolo “Vincent Van Gogh, l’odore assordante del bianco”.
Si tratta di una spettacolare descrizione della vita da prigioniero che Vincent Van Gogh conduce all’interno di un limitatissimo spazio a lui riservato all’interno del manicomio francese di Saint Paul, uno spazio in cui l’artista rivive e, purtroppo medita, sul vuoto interiore che lo attanaglia e sul costante desiderio, alimentato dal dubbio di non essere malato, di essere liberato dalla tortura psicologica alla quale è soggetto ogni giorno.
La sua unica speranza è quella che gli si accende quando riceve una imprevista visita da parte del fratello Theo, unica persona alla quale può fare riferimento perché tra i due corre un affetto grandissimo; il limitato contorno di personaggi sulla scena (Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi e Vincenzo Zampa) potrebbe indurre un non attento spettatore ad una non concreta comprensione di un dramma di tanta ampiezza e profondità, ma in effetti la supervisione artistica alla quale lo stesso Preziosi sottopone ogni istante il lavoro, rende la storia facile da seguire, non priva di una atmosfera di carattere simile ad un giallo, con la giusta descrizione dei personaggi che riescono in tal modo ad esprimersi in maniera conforme e tale da essere visibilmente apprezzata dal pubblico.
Molto ben caratterizzato il rapporto intercorrente tra il personaggio protagonista di questo bel lavoro di Massini e la società contemporanea, rapporto che pone in risalto il non trascurabile ruolo dell’arte e della cultura nella società dei secoli XX e XXI.
Le scene ed i costumi sono opera di una bravissima Marta Crisolini Malatesta, mentre le adatte musiche sono di Giacomo Vezzani.
Spettacolo dal carattere prettamente psicologico e grandemente metaforico il cui testo è evidentemente redatto in forma estremamente poetica e concreta.
Andrea Gentili