Dal 27 febbraio scorso è in scena al Teatro Ghione di Roma www.teatroghione.it un particolarissimo spettacolo che sembra voler trattare di femminicidio ma che, in effetti, volge lo sguardo anche al maschicidio.
La protagonista, una magistrata che sta interrogando un uomo accusato di aver ucciso la moglie, riveste, nel lavoro di Giancarlo Marinelli, una duplice veste, quella di una donna innamorata de lmarito (l’imputato sotto interrogatorio) che, per troppo amore, vorrebbe ucciderla ma, sempre per amore, vi rinuncia.
Fabio Sartor, un grande, è l’imputato – possibile omicida e riesce agevolmente a descrivere il dramma interiore che l’uomo sta vivendo mentre una spettacolare Caterina Murino è la donna dai due aspetti ed entrambi interpretano questa storia sull’amore che ha tutti gli aspetti del terrore di essere, della paura di venire abbandonati e lasciati senza amore.
A latere dei due protagonisti, un cast di grande supporto per la favorevole riuscita dello spettacolo: Paolo Lorimer, Francesco Maccarinelli, Francesca Annunziata, con Paila Pavese che, calvando la scena allestita da Lisa De Benedettis, esprimono tutta la necessaria valenza per descrivere l’incubo che indice il lavoro.
Grande rispetto per la donna emerge dalla rappresentazione, un testo bruciante ma colmo di tenerezza, di apparenti contraddizioni, di negazione di ogni luogo comune sull’amore che qui viene rappresentato in maniera sì negativa, ma esistenzialmente sublimato.
Il lavoro in scena al Teatro Ghione fino al prossimo 11 marzo, è in prima nazionale e lo spettatore ne è talmente avvinto da sospendere il respiro, nell’attesa di una conclusione che si intravede da lontano, ma che induce anche e forse ad odiare se stessi.
Insomma, un noir ad alta tensione, tutto da vedere, anche perché il cast ha veramente dell’eccezionale e che il direttore artistico del Ghione ha abilmente saputo scegliere e portare in scena.
Andrea Gentili