Al Teatro Eliseo, da martedì 6 marzo, va in scena la commedia Parenti Serpenti di Carmine Amoroso, con Lello Arena e Giorgia Trasselli. La pièce ha un titolo conosciuto al grande pubblico per il celebre film di Mario Monicelli del 1992. Un cult che ora trova la sua versione teatrale con la regia di Luciano Melchionna. Visum ha incontrato Lello Arena.
Signor Arena, un progetto ambizioso quello di portare sul palco una storia entrata nell’immaginario collettivo.
“Sì, è vero, ma è un modo per rendere giustizia alla commedia che Carmine Amoroso aveva scritto per il teatro e che Monicelli aveva poi portato nel film che tutti conosciamo. Si tratta di una commedia che ha un andamento teatrale – spiega a Visum Lello Arena – perché permette alla gente di entrare sommessamente nel Natale di questa famiglia. Mentre il film aveva una certa distanza per lo schermo, qui si entra in casa e tutto prende una dimensione diversa, molto più reale. Questa edizione fa capire al pubblico perché Carmine Amoroso aveva scritto questa commedia. Il pubblico ride con noi, riflette sui temi che affrontiamo e il tutto assume una dimensione molto più intima, più grottesca”.
Lei interpreta il personaggio di Saverio, l’anziano genitore che nel film fu interpretato da Paolo Panelli. Ci sono delle differenze?
“Rispetto al film ci sono alcuni monologhi affidati al capofamiglia, attraverso cui nascono pensieri suggeriti dagli stessi temi della commedia. Panelli interpretava una personaggio svagato, del tutto assente, in piena demenza senile. Nello spettacolo, al contrario, Saverio è molto più presente, folle e lucido nell’osservare quel che accade intorno a lui. La compagnia è forte, valida. Accanto a me Giorgia Trasselli, che interpreta mia moglie e poi i parenti ‘serpenti’ Fabrizio Vona, Autilia Ranieri, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Annarita Vitolo, Rafaele Ausiello”.
Una commedia amara, grottesca, con un finale doloroso, che fa riflettere e commuovere. Eppure piace. Perché?
“C’è una bella alchimia tra noi e il pubblico. Ci ritroviamo con delle platee gremite di gente che si diverte tantissimo e che poi va via dal teatro pensando. Ciò rende le risate ancora più piacevoli, risate profonde, mentre oggi c’è la moda di intrattenere il pubblico senza dar loro fastidio. Il pubblico invece va ‘infastidito’, va stimolato emotivamente, gli va lasciata una chance di discussione quando esce dal teatro, che deve essere luogo sociale”.
“Dallo scorso gennaio è uscito nelle sale cinematografiche il film che ho diretto, Finalmente sposi, con il duo napoletano Enzo Iuppariello e Monica Lima. A 24 anni dalla scomparsa di Massimo Troisi e a 40 dalla formazione del trio La Smorfia, io, Enzo Decaro e Stefano Veneruso, nipote di Massimo Troisi – fa sapere Lello Arena – abbiamo deciso di celebrare il mitico Trio e il grande Massimo con una grande festa a Napoli il prossimo giugno. Il progetto è nato da una mia idea e Mario Esposito, a cui Decaro e Veneruso si sono uniti con entusiasmo. L’iniziativa coinvolgerà grandi protagonisti dello spettacolo e della cultura, che hanno lavorato con Massimo. Le serate spettacolo saranno cinque ed ognuna avrà un tema che sarà sviluppato in un dibattito-show attraverso testimonianze, aneddoti”.
Giancarlo Leone