Dopo una fortunata tournée in giro per l’Italia, è approdata al Teatro Quirino di Roma, fino al 22 aprile, la commedia Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello, diretta da Liliana Cavani, alla sua seconda regia teatrale, dopo la felice esperienza della passata stagione con Filumena Marturano e che vede ancora protagonista Geppy Gleijeses, qui accanto a Vanessa Gravina.
La parola onestà di grande effetto al tempo di Pirandello, ormai oggi ha perso di significato. La società tiene a distanza gli onesti, ne ha quasi paura: sono “diversi” in quanto pericolosi, evidenziano le colpe e le mancanze delle cosiddette persone rispettabili, le cui maschere di onorabilità sono guardate con ammirazione ed invidia. Si pone in essere la differenza tra l’essere e l’apparire, tra la “maschera” e chi si è veramente. Visum ha intervistato il protagonista principale, Geppy Gleijeses.
Geppy, parliamo del suo personaggio
“Interpreto Angelo Baldovino, un nobile decaduto che sposa per lucrare la giovane Agata, messa incinta da un marchese che non la può sposare perché già ammogliato e per l’onorabilità. E’ il quarto Pirandello che interpreto – spiega a Visum l’attore partenopeo – questo forse è il personaggio più bello, più ricco, più sfaccettato che abbia mai interpretato. Ha la particolarità di essere avvolto dal mistero, un personaggio indecifrabile, sconosciuto anche per Pirandello. Un personaggio che può galvanizzare e coinvolgere il pubblico che oggi – conclude – forse, è abituato ad avere troppi dettagli, a scoprire subito i personaggi, senza lasciare niente all’immaginazione. Questo è diverso ed è per questo che affascina anche me”.
E’ la seconda volta, dopo Filumena Marturano, che si trova ad essere diretto dalla Cavani. Come si è trovato a lavorare in ambedue le volte con lei?
“Liliana Cavani è una regista di straordinaria umiltà, una donna ruvida, non facile. Sono stata io a convincerla a fare teatro e per farle dirigere Filumena Marturano c’è stato un lungo corteggiamento artistico. Poi ha accettato. Discorso diverso per questo testo troppo verboso di Pirandello: qui era meno convinta ma poi ne è diventata una sostenitrice. Non ha stravolto il testo, anzi l’ha arricchito di emozioni, riducendo il tutto ad un atto unico sotto le due ore”.
Una carriera fortunata, costellata di successi. Ha ancora il classico sogno nel cassetto?
“Certo, sarei ipocrita se dicessi di non averlo, forse più di uno. Mi piacerebbe portare in scena Napoli milionaria di Eduardo De Filippo; tanti attori si potrebbero misurare con questo testo, con il suo repertorio. Ma bisogna avere spalle larghe e forti – commenta – e un certo carisma. Io ho avuto l’onore di lavorare con Eduardo agli inizi della mia carriera. E poi mi piacerebbe recitare un altro testo di Pirandello, Tutto per bene”.
“Ho in serbo una sorpresa affascinante, una bella sorpresa che verrà svelata prossimamente quando presenterò il cartellone 2018-2019 del Teatro Quirino. Non dico altro”.
Giancarlo Leone