La questione meridionale spiegata in modo ironico ma tuttavia velato di profonda amarezza, è alla base di questo bel lavoro che Roberto D’Alessandro porta in scena al Teatro Ghione non senza evidenziare che malgrado tutto il tempo passato, centocinquant’anni, dall’unità d’Italia ad oggi il nostro stivale è ancora diviso in due parti almeno.
La questione meridionale, il meridionalismo per come spiegata dal palcoscenico del Ghione è esposta facendo ricorso a volte a fatti storici a volte su fatti presunti, iniziando dall’unità d’Italia per svelare questioni che vengono tenute volutamente nascoste quali le angherie che i “nordisti” hanno operato ed operano ancora in danno dei “sudisti”.
Sotto sotto si avverte un che di rabbioso, di tentativo di ribellione contro quelle che l’autore del libro recitato da Roberto D’Alessandro ritiene si siano concretizzate come vere e proprie vessazioni, perpetrate attraverso sottigliezze giuridiche ed anche lamentando l’adesione dell’Italia all’Europa che sarebbe motivo di ulteriore aparthaid per una moltitudine di abitanti italiani che chiedono insistentemente di essere storicamente riconosciuti in base ad un passato orgoglioso, che Il Bel Paese non avrebbe mai volutamente riconosciuto.
Ballate, canzoni, musiche popolari eseguite da Mariano Perrella su testi e musiche di Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo accompagnano la recitazione di un signore del palcoscenico in grado di esprimere con tutta l’amarezza, che gli viene dal di dentro la grande quantità di emozioni che questo bel racconto comporta.
Si recita, con successo, fino al 29 aprile.
Andrea Gentili