Andare a teatro è cosa buona e giusta

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É andato in scena al Teatro Sistina di Roma, fino al 20 maggio, la nuova commedia di Michele La Ginestra, E’ cosa buona e giusta, da lui stessa scritta con Adriano Bennicelli, che lo vede protagonista sul palco con gli allievi dell’Accademia del Sistina. Uno spettacolo brillante e assolutamente consigliato. Con La Ginestra, il simpatico Andrea Perrozzi nel ruolo del parroco, visto che il tutto è ambientato nell’oratorio di una parrocchia. La regia è stata firmata da Andrea Palotto.

La storia è ambientata in un oratorio, punto di aggregazione dove far emergere amicizie ma soprattutto i propri desideri e i sogni da avverare nella propria vita. Lo spettacolo, diretto da Andrea Palotto, è divertente, commovente, per famiglie, molto convincente per gli argomenti che tratta. Michele La Ginestra è affiancato, come dicevamo, da 27 allievi dell’Accademia del Sistina e da quattro giovani attori molto bravi e già padroni della scena.

Con loro Andrea Perrozzi, nel ruolo del parroco, ottimo nel canto e nella recitazione. Nel corso del racconto La Ginestra attira l’attenzione del pubblico parlando di uomini che, seppur scomparsi, hanno segnato la sua vita personale e professionale: ha ricordato il papà, morto teneramente sorridendo, e ancora l’autore Pietro Garinei, della “premiata dittaGarinei & Giovannini, che credette in lui e lo portò sul palcoscenico del Sistina per interpretare il ruolo principale in Rugantino; un ricordo anche per Padre Giuliano, il sacerdote, che vide tanti anni fa in quell’allora piccolo Michele le doti attoriali, la predisposizione alla recitazione.

Nell’oratorio della Parrocchia dei Sette Santi Fondatori, dove è cresciuto realmente, l’attore parla nello spettacolo ad un gruppo di adolescenti alle prese con le loro problematiche legate all’età: amori, lavoro, rapporto con la scuola, dialogo con i genitori. E con loro comincia a ragionare a voce alta, ricordando la sua vita, la sua infanzia, la sua adolescenza.

 

Così si lascia trasportare dai ricordi, quando era quel piccolo Michele con i “piedi a banana”, desideroso di giocare a pallone con i coetanei, per arrivare ai timidi rapporti con il mondo femminile, ai primi approcci sul motorino dell’epoca, il “Califfone”, ai primi baci, i mitici tre baci che segnavano l’agognata meta della classica “pomiciata” o “limonata” con una ragazza. Fra battute e canzoni, l’attore affermato agli occhi dei ragazzi si confronta con loro per riflettere su vari temi: uno per tutti, l’invadenza della tecnologia nella quotidianità.

Al centro di questa travolgente cavalcata di memoria c’è la strada, il luogo deputato della vita negli Anni ’70 quando si giocava a pallone nel pratone con i pini a fare da pali o per le vie pronti a fermarsi quando si gridava “macchina”, quando le partite si organizzavano con il “citofono”, andando a chiamare gli amici direttamente a casa e non inventando fantomatici gruppi su whatzapp, quando il “complesso” ce l’aveva solo Edipo, quando i libri si prestavano e non si mandavano i “link”.

 

E’ cosa buona e giusta è uno spettacolo veramente ricco, colorato, dove non mancano neanche brani musicali famosi: da La leva calcistica del ’68 di Francesco De Gregori a Via di Claudio Baglioni, da Io penso positivo di Jovanotti a Baciami piccina del Quartetto Cetra, fino a Ricerca la bellezza, scritta per l’occasione per questo spettacolo dal Maestro Emanuele Friello.

Con Michele La Ginestra, ottima l’interpretazione di Andrea Perrozzi, nel ruolo del parroco, così come bravi sono i quattro ragazzi che danno lo spunto a La Ginestra per parlare di sé: Alessandro La Ginestra, che interpreta Lollo, lo studente liceale appassionato di motori; irresistibile Alessandro Buccarella, nel ruolo di Thomas, il bulletto di periferia; spassosissimo Andrea Palma, nel ruolo di Pedrazzi, il secchione, il primo della classe, odioso ai compagni e che non passa i compiti; la simpatica e bravissima Ilaria Nestovito, la timida studentessa Jessica che insegue il sogno della recitazione ma che mette in mostra anche un’incantevole voce. Con loro gli allievi dell’Accademia del Sistina.

E’ cosa buona e giusta, uno spettacolo consigliato ai ragazzi ma anche agli adulti, un intrattenimento di qualità che vede un Michele La Ginestra, alla fine anche nei panni di Don Michele, il suo personaggio più famoso, veramente vero istrione da palcoscenico, ancora più maturo professionalmente, rispetto allo spettacolo dell’anno scorso sempre al Sistina.

 

Bravissimi tutti i ragazzi che alternano momenti di ballo, canto e recitazione di ottima qualità, regalando un’allegria e un entusiasmo capaci di catturare l’attenzione del pubblico dalla prima all’ultima poltrona della platea.

Giancarlo Leone

 

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