Dal 3 al 13 maggio, alla Sala Umberto, Gabriele Cirilli è in scena con il suo collaudato spettacolo, riveduto e corretto, #TaleEQualeAMe Again, una sorta di album fotografico virtuale, con immagini che scorrono veloci raccontando con una bella dose di ironia la storia del comico, ma in realtà anche la nostra. Un’occasione da non perdere, anche perché in quel contesto Gabriele Cirilli festeggerà trent’anni di carriera.
“Veramente no. Non pensavo di arrivare neanche a dieci. Anche per me è stata una sorpresa. Ma lo sa come me ne sono accorto che erano passati trent’anni? Dai cedolini Enpals. Un giorno, per dei problemi burocratici, ho dovuto presentare una mia documentazione: il primo spettacolo risaliva all’11 marzo 1988. Ragazzi… 88, 98, 08, 18. Sono passati trent’anni e sono volati”.
“Sì, questa volta è uno spettacolo più bello, più ricco. L’anno scorso feci una sola data al Teatro Brancaccio, ma già volevo arricchirlo. Ci tenevo che lo vedesse il direttore artistico di quel teatro, Alessandro Longobardi, che è poi anche direttore della Sala Umberto. Io e mia moglie – spiega a Visum – che adesso è la produttrice di questo spettacolo teatrale, lo convincemmo a vederlo: gli piacque mi ha dato fiducia ed eccoci per dieci giorni alla Sala Umberto. Tra le novità quest’anno c’è un corpo di ballo formato da tre ballerine e cose divertenti che non vi anticipo. La regia è affidata a Gabriele Guidi”.
“Sono tornato a fare un musical a distanza di trent’anni, che coincidenza. Iniziai proprio con una commedia musicale nel 1988, intitolata Il desiderio preso per la coda di Pablo Picasso, diretto da Gigi Proietti, quando frequentavo la sua scuola. E’ stato un bel tuffo nel musical, tanto più che avevo fatto altri spettacoli dello stesso genere all’inizio della mia carriera, diretto sempre da Claudio Insegno. Ne La Famiglia Addams interpretavo Gomez, un personaggio molto legato alla famiglia e mi è piaciuto farlo perché mi somiglia: anch’io per la famiglia farei qualsiasi cosa”.
“Bisognerebbe telefonare ai dirigenti per sapere una cosa del genere. Scherzo. Ho avuto sempre l’impressione che tutto quello che ho fatto non ha convinto fino in fondo i responsabili televisivi. Ancora adesso è come se mi devo mettere continuamente alla prova, se ancora devo dimostrare qualcosa. Eppure di partecipazioni a programmi ne ho fatte tante, sanno quello che valgo. Forse devo ancora crescere professionalmente: del resto ho solo 51 anni, c’è tempo…..!!!”.
“Perché amo talmente tanto, troppo questo lavoro che sono disposto a superare qualsiasi ostacolo. E poi questo lavoro mi ha dato la possibilità di fare la vita che volevo fare, togliermi degli sfizi, sposarmi, avere un figlio, una famiglia. Piccoli successi personali che mi permettono di vivere dignitosamente”.
“Rimpianti veri e propri no, assolutamente. Forse non ho mai trovato nessuno che si sia fidato completamente di me: un agente, una persona influente che si siano battuti per me per far vedere quanto valessi. Ho sempre dovuto dimostrare tutto da solo e ci sono riuscito. Il successo e la popolarità sono arrivati ugualmente ma con più fatica. Non mi posso lamentare però”.
“Sto preparando il mio muovo spettacolo teatrale, intitolato Mi piace. In realtà volevo chiamarlo I like, ma ho preferito un titolo italiano. La regia sarà di Claudio Insegno e per questa estate abbiamo già delle date per una tournée. Sempre quest’estate – commenta – girerò un film di Pier Luigi Di Lallo, Nati due volte, dove io interpreterò la parte del parroco del paese. Nel film anche Emilio Solfrizzi, Francesco Pannofino, Ugo Pagliai, Fabio Troiano, Rocio Munoz Morales”.
Giancarlo Leone