Con circa 100 opere al Museo di Roma Palazzo Braschi si celebra Raffele De Vico (1882-1969) architetto e paesaggista che ha lavorato a Roma nella Prima metà del ‘900. Una mostra curata da Alessandro Cremona, Claudio Crescentini, Donatella Germanò, Sandro Santolini e Simonetta Tozzi.
La mostra che sarà visibile fino al 30 settembre 2018, diversa da tutte le altre, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con organizzazione Zetema Progetto Cultura, presenta quasi 100 opere tra disegni, progetti, fotografie e documenti provenienti da musei capitolini e donate anche lo scorso anno dagli eredi, di questo architetto paesaggista che pochi conoscono.
Sono opere o mai esposte o non viste da molto tempo che provengono dalle collezioni e dagli archivi capitolini in particolare dall’Archivio Storico Capitolino. Infatti Raffaele De Vico durante gli anni dall’Archivio del Governatorato ha curato in particolare il verde e la sistemazione dei grandi giardini romani partendo a Villa Borghese, al Parco della Rimembranza, ai progetti del Quartiere Flaminio, al Colle Oppio, Testaccio, Ostia Antica, Santa Sabina, Castel Fusano, Villa Paganini.
Ha creato anche i giardini di Villa Caffarelli, Villa Fiorelli, Parco degli Scipioni, Parco Nemorense, per arrivare a quella che era Via dell’Impero e di Via Alessandrina fino alle esedre arboree per Piazza Venezia, al giardino fontana di Piazza Mazzini e al progetto del parco dantesco di Monte Maio e ai giardini dell’EUR degli anni ’50.
Ha studiato un progetto per il teatro all’aperto di Villa Celimontana e per l’ampliamento del Giardino Zoologico e i lavori per la riorganizzazione del vivaio e delle serre di San Sisto Vecchio. La grande differenza tra i vari progetti dimostra tutta la professionalità di Raffaele De Vico, confrontata in particolare con i quadri di Carlo Montani (1868-1936) in mostra che illustrano molto accuratamente la sistemazione dei giardini romani negli anni ’30. Nel contempo la mostra ha l’obbiettivo specifico di mostrare la trasformazione anche sociale che si attuava nella città sempre in quegli anni.
Raffaele De Vico partendo dall’Istituto tecnico di Chieti è riuscito a divenire un grande architetto paesaggista, consulente artistico per i giardini del Comune di Roma. Visitando la mostra ci si accorge della sua grande abilità architettonica messa in luce come scritto anche dai quadri di Carlo Montana. Giustissimo celebralo con un’esposizione a Palazzo Braschi luogo deputato per mostrare le bellezze di Roma di ogni tempo.
In contemporanea alla mostra è pubblicato il libro “Raffaele De Vico architetto paesaggista. Un consulente artistico per Roma” a cura di Alessandro Cremona, Claudio Crescentini e Sandro Santolini, secondo volume per la Collana editoriale “RomaArchitettonica Collana di Studi sugli Architetti del Comune di Roma”.
Emilia Dodi