Al Teatro Tirso di Roma, fino al 27 maggio, è in scena lo spettacolo, scritto e diretto da Giuseppe Manfridi, E qua so’ io, che vede protagonista Maurizio Mattioli che racconta Aldo Fabrizi attraverso la voce, le movenze e l’aspetto del grande attore romano, che ha fatto il personaggio di Mastro Titta a teatro nella commedia musicale di Garinei e Giovannini, Rugantino.
Al Teatro Tirso di Roma, fino al 27 maggio, è in scena lo spettacolo, scritto e diretto da Giuseppe Manfridi, E qua so’ io, che vede protagonista Maurizio Mattioli che racconta Aldo Fabrizi, il grande attore romano scomparso nel 1990, che nel corso della sua carriera ha avuto modo di misurarsi sia in ruoli comici che drammatici.
Maurizio Mattioli interpreta Fabrizi, reinventa Fabrizi, diventa lui. Un Fabrizi che racconta sé stesso attraverso la voce, le movenze, l’aspetto dell’unico Mastro Titta del nostro teatro, interpretato nella commedia musicale della ditta Garinei & Giovannini, Rugantino. Un Maurizio…Fabrizi e un Maurizio che a momenti ritorna Maurizio Mattioli… E qua so’ io…. e poi di nuovo Aldo, l’originale, brusco, provocatorio, pronto a riprendersi la ribalta. E’ questo il presupposto per rendere omaggio ad un teatro di varietà, ricco di colpi di scena e di scenette, ad un teatro radicato facente parte della nostra cultura e del nostro costume.
In E qua so’ io si racconta in concreto l’ultima stagione di Fabrizi, quando il grande attore romano era accudito da una delle sorelle Italia, sorda e con la passione per i cruciverba.
Maurizio Mattioli non è solo in scena: con lui la giovane, brava e bella Fulvia Lorenzetti, che interpreta, per l’appunto, sua sorella Italia, poi la figlia Wilma, una dei due figli gemelli che Aldo Fabrizi ha avuto da sua moglie Beatrice Rocchi, cantante di varietà molto nota negli Anni ’20 con il nome d’arte di Reginella, anche lei interpretata dalla Lorenzetti, quando Mattioli-Fabrizi racconta il suo passato artistico e privato, parla della famosa altra sorella, Elena, in seguito soprannominata Sora Lella, protagonista di alcuni film con Carlo Verdone.
Ma c’è anche sul palco, ad accompagnare Mattioli in alcune canzoni, il maestro Max Caprara. Canta una spassosa Lulù, Roma nun fa la stupida stasera, ma anche, sempre tratta dal musical Rugantino, ‘Na donna dentro casa è ‘n’antra cosa (con questo brano Aldo Fabrizi apparve per l’ultima volta in tv nel corso del G.B. Show di Gino Bramieri, in onda su Raiuno il 27 agosto 1987).
Ma nello spettacolo i ricordi di Fabrizi si mischiano con quelli del Mattioli attore: ricordi di cinema, di televisione. Ma il ricordo a cui tiene di più è quello di quando fu scritturato da Pietro Garinei per interpretare il personaggio di Mastro Titta per la ripresa in teatro di Rugantino: fino ad allora questo ruolo l’aveva sempre ricoperto Aldo Fabrizi.
Per la verità Mattioli si era candidato, visto il fisico, per questa parte, ma dapprima Garinei non l’aveva preso in considerazione, poi lo richiamò per un provino, caldeggiato e appoggiato da Enzo Garinei, fratello di Pietro. Fu un successo e dal 1998, per le successive tre edizioni messe in scena, Mastro Titta è lui.
E qua so’ io, uno spettacolo senza pretese, divertente, nostalgico, per passare un’ora e mezza avvolti nel ricordo di Aldo Fabrizi, per chi l’ha potuto vedere, conoscere, apprezzare e di cui Maurizio Mattioli è un degno erede.
Giancarlo Leone