Ai Fori imperiali nel Parco Archeologico dal 9 giugno al 20 luglio 2018 c’è la bella e interessante installazione luminosa di Maria Cristina Finucci, dal titolo “HELP de Ocean” E’ dedicata alla stato del nostro pianeta inquinato dalla plastica che deve essere salvato. L’installazione è’ stata possibile grazie alla Fondazione Bracco che l’ha sponsorizzata.
Quest’installazione che di notte si illumina mettendo in evidenza il grido di aiuto dell’artista per far comprendere quanto gli abitanti della terra non rispettino i mari, fa parte del ciclo che la Finucci dal 2013 prosegue con la fondazione di uno nuovo Stato Federale: il Garage Patch State, secondo Stato più vasto del mondo con i suoi sedici milioni di chilometri, che comprende le cinque principali isole di plastica presenti negli Oceani.
Sarà un pensiero utopistico, ma è veramente necessario che si inizi a rispettare il mare. Quando si vedono i documentari si comprende come l’inciviltà generale possa danneggiare anche le specie che lo abitano. HELP è formato da un insieme di gabbioni di rete metallica rivestiti da un ricamo di sei milioni di tappini di plastica colorati, volendo simulare un ritrovamento archeologico che potrebbe divenire un giorno l’emblema della nostra era che è nota come l’età della plastica.
Dall’alto si può notare come tutta l’installazione formi la parola HELP cioè aiuto, che è il grido d’allarme del nostro tempo. Di notte la parola si illumina e così è visibile da Via Dei Fori Imperiali. L’Artista ha così definito la sua opera: ”HELP è una grido di allarme che non si limita alla pur importante questione ambientale, ma pone al centro l’individuo e l’intera vita sul pianeta, in cui l’ambiente è legato indissolubilmente alle risorse naturali, alla salute, all’alimentazione, alla povertà, alle disuguaglianze, ai diritti umani, alla pace.
Nulla di più vero. Guardando le foto dall’alto, anche dagli aerei in volo, questo grido si pensa possa arrivare non solo ai Governi, ma soprattutto a coloro che frequentando una delle qualsiasi spiagge, lasciando piatti, posate, bicchieri e sacchetti non pensano mai ai danni che questo provoca all’ambiente e quindi all’intero pianeta.
Anna Camia