Selezione accurata delle esposizioni nelle pinacoteche, nei musei, nelle gallerie d’Arte di Roma a cura di Cristiano Felice dal dal 6/07/2018 al 12/08/2018.
ACCADEMIA DI FRANCIA IN ROMA – VILLA MEDICI – Arti visive – Viale della Trinità dei Monti 1, Roma.
TAKE ME (i’M YOURS). mostra collettiva e partecipativa che riunisce le opere dei 15 pensionnaires di Villa Medici affiancati a numerosi artisti internazionali, per un totale di 89 artisti. Fino al 15 Agosto 2018.
CASA DI GOETHE – Arti visive – Via del Corso 18, Roma.
LA CASCATA E IL LAGO. UN GRAND TOUR IN OGGETTI E IMMAGINI. Personale di Robert Geschwantner. Fino al 23 Ottobre 2018.
CASA VUOTA – Arti visive – Via Maia 12, Roma.
PAST CONTINUOUS. Personale di Alberto Torres Hernandez. Fino al 23 Settembre 2018.
CASTEL SANT’ANGELO – Evento arte – Lungotevere Castello 50, Roma.
ARMI E POTERE NEL RINASCIMENTO. La mostra è dedicata interamente al mondo delle armi in età rinascimentale. Fino al 4 Novembre 2018.
CHIOSTRO DEL BRAMANTE – Arti visive – Arco della Pace 5, Roma.
TURNER – OPERE DALLA TATE. Per la prima volta in mostra a Roma una raccolta di opere esclusive dell’artista inglese Joseph Mallord William Turner. Fino al 26 Agosto 2018.
COMPLESSO DEL VITTORIANO – Evento arte – Via di San Pietro in Carcere, Roma.
RISONANZA CINESE. La più importante e ricca mostra di pittura a olio cinese mai allestita a Roma. Fino al 9 Settembre 2018.
EUROMA2 – Informativa – Via Cristoforo Colombo, Roma.
GEISHA. L’ARTE, LA PERSONA. Un percorso espositivo all’interno del mall, parallelo alla mostra in corso al Museo Pigorini “Geisha – l’arte e la persona”. Fino al 30 Settembre 2018.
EX DOGANA GALLERIA – Arti visive – Via dello Scalo San Lorenzo 10, Roma.
AN WEI – STUDIO REDIVIVO. Nell’ultimo anno di lavoro An Wei concentra l’attenzione verso i molteplici materiali presenti nel suo studio, imitandone con la pittura i motivi ed immergendoli in nuovi contesti. I marmi, i legni, i metalli, e tutte le superfici, rinascono nelle narrazioni proposte dall’artista, che nel gesto spontaneo e contingente di guardarsi intorno, parte dal dettaglio osservato per raccontare qualcosa di più universale. Fino al 7 Settembre 2018.
EX ELETTROFONICA – Arti visive – Vicolo di Sant’Onofrio 10-11, Roma.
URBAN VISION 2.0. Prima personale in Italia dello studio ASYNCHROME, il duo austriaco formato da Marleen Leitner e Michael Schitnig. Fino al 7 Settembre 2018.
FONDAZIONE MEMMO – PALAZZO RUSPOLI – Arti visive – Via della Fontanella di Borghese 56d, Roma.
KOVO. Personale di Kaya. Fino all’11 Novembre 2018.
FONDAZIONE MEMMO – PALAZZO RUSPOLI – Arti visive – Via della Fontanella di Borghese 56d, Roma.
RUINE. Personale di Kerstin Braetsch. Fino all’11 Novembre 2018.
GALLERIA ALESSANDRA BONOMO – Arti visive – Via del Gesù 62, Roma.
HEMIOLA. Personale di Margrét H. Bloendal. Fino al 30 Settembre 2018.
GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA CAPITALE – Arti visive – Via Francesco Crispi 24, Roma.
- Personale di Amin Gulgee. Fino al 23 Settembre 2018.
GALLERIA IL COLLEZIONISTA – Arti visive – Via Rasella 132, Roma.
ARTISTA MULTIMEDIALE. Personale di Tatiana Rivero Sanz. Fino al 4 Settembre 2018.
GALLERIA ERICA FIORENTINI IN ARTE CONTEMPORANEA – Arti visive – Via Margutta 17, Roma.
STORIE IN GIOCO. Una selezione di opere comprese tra la fine degli anni ’60 e lo scadere del secolo scorso, è testimonianza di come artisti di varie generazioni hanno declinato il tema del gioco e della narrazione immaginaria ( fantastica ) secondo diverse articolazioni. Espongono: Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Alighiero Boetti, Tano Festa, Emilio Isgrò, Jannis Kounellis, Gino Marotta, Aldo Mondino, Pino Pascali . Fino all’8 Settembre 2018.
GALLERIA GILDA LAVIA – Arti visive – Via dei Reti 29/C, Roma.
WELCOME APOCALYPSE. Personale di Pamela Diamante. Fino al 29 Settembre 2018.
GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA – Arti Visive – Viale delle Belle Arti 131, ROMA.
BRIC-A-BRAC THE JUMBLE OF GROWTH. La mostra esplora il processo di trasformazione economica, sociale e culturale nei paesi in cui l’economia di mercato cresce verticalmente e su scala globale. Sono presi in esame i diversi modi in cui l’arte ha partecipato o reagito ad alcuni di questi cambiamenti e le conseguenze rispetto alla società e ai singoli individui. L’espressione francese bric-à-brac comunemente designa un’accozzaglia di oggetti eterogenei, disposti talvolta in maniera confusa. Casualmente, il primo termine della locuzione coincide con l’acronimo BRIC – Brasile, Russia, India, Cina – coniato nel 2001 dall’economista Jim O’Neill per parlare dell’importante ruolo economico globale attualmente svolto da questi quattro paesi. BRIC spesso ora identifica un processo storico, la forte crescita del potere economico dei paesi in via di sviluppo. Tale cambiamento è un esito della globalizzazione che sta producendo un impatto planetario non solo sull’economia, ma in ogni campo. La nuova situazione coinvolge non soltanto i paesi BRIC, ma anche altre economie emergenti. Il titolo cinese della mostra, “Un’alternativa”, sottolinea la natura eterodossa di questa mutazione e, in un certo senso, la sua “democratizzazione” della macroeconomia mondiale. Le nuove potenti economie di mercato stanno vivendo una notevole accelerazione della crescita economica, che si accompagna a modernizzazioni rapide, disomogenee, spesso all’interno di società tradizionali. Prevalgono i contrasti netti, risultato di queste trasformazioni radicali: un bric-à-brac di situazioni disparate. La mostra ne esplora contraddizioni e contrasti. Molti artisti reagiscono a tali temi, li esprimono o li trattano in profondità. Alcuni affrontano problemi sociali, altri sono più orientati verso le soggettività. Tutti, però, illuminano le complessità analizzate dalla mostra con opere di grande impatto artistico ed estetico. Artisti: W. Delvoye, A. M. Maiolino, C. Marcelle, Go. Wang, Gu. Wang, H. Ni, L. Wang, L. Tian, L. Lei, F. Weng, W. Gao, X. Yang, Z. Lu, Z. Du, Young-hae Chang Heavy Industries, W. Prieto, S. Gupta, J. Penjweny, E. Cucchi, F. Clemente, R. Mambor, M. Rotella, G. Turcato, D. Ortega, M. Fatmi, D. Conlon / J. Harker, J. Kolár, AES+F, C. Lucas, F. S. Castillo, K. Geers, T. Hirschhorn. Fino al 14 Ottobre 2018.
THE GALLERY APART – Arti visive – Via Francesco Negri 43, Roma.
THE INVISIBILITY OF PLANTS. Personale di Meital Katz-Minerbo, artista israeliana che prosegue la sua indagine intorno ad alcuni concetti chiave nella storia e nella cronaca del suo Paese ma che toccano temi sensibili per l’intera umanità. Fino al 7 Settembre 2018.
ISTITUTO GIAPPONESE DI CULTURA A ROMA – Arti visive – Viale Antonio Gramsci 74, Roma.
ENDOCOSMO MARAINI. IL GIAPPONE DI FOSCO MARAINI. La mostra ripercorre visivamente l’esperienza umana ed estetica di Fosco Maraini in Giappone, proponendo una selezione di oltre quaranta fotografie, testimonianze e ricordi delle figlie, e un montaggio video della regista Mujah Maraini-Melehi. Fino al 20 Ottobre 2018.
ISTITUTO NAZIONALE PER LA GRAFICA – CALCOGRAFIA – Arti visive – Via della Stamperia 6, Roma.
UNO SGUARDO SULLA GRAFICA CINESE. Collettiva dedicata all’incisione cinese contemporanea, con opere che, tra tradizione e innovazione, esprimono il nuovo che avanza: Tang Chenghua, Liu Haichen, Wang Huaxiang, Zhou Jirong, Wang Mingxian, Zhang Minije, Wang Weirong, Cai Yuanhe. Fino al 30 Settembre 2018.
LA PELANDA – Arti visive – Piazza Orazio Giustiniani 4, Roma.
AMIN GULGEE 7,7. Amin Gulgee è un innovatore della tradizione, il suo medium è il metallo e trae ispirazione dalla ricca e variegata storia artistica e spirituale del suo paese nativo, il Pakistan. Fino al 26 Agosto 2018.
MAC MAJA ARTE CONTEMPORANEA – Arti visive – Via di Monserrato 30, Roma.
TRIPTYCS. Collettiva in cui propone una serie di trittici tra olii, disegni e fotografia di sette artisti, italiani e non, distanti tra loro per stili e atmosfere: Veronica Della Porta, Aleksandar Dimitrjievic, Isabella Ducrot, Ana Kapor, Pierre-Yves Le Duc, Angelo Titonel, Gianfranco Toso. Fino al 22 Settembre 2018.
MAXXI –MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO – Arti visive – Via Guido Reni 4a, Roma.
TEL AVIV THE WHITE CITY. In occasione dei 70 anni dalla nascita dello Stato di Israele, l’Ambasciata in Italia organizza in collaborazione con il MAXXI la mostra TEL AVIV the WHITE CITY a cura di Nitza Metzger Szmuk. Cento foto, schizzi, plastici, video, svelano una città nata da un progetto urbanistico di eccezionale portata a cui collaborarono più di 70 architetti e ingegneri tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento. La nuova città fu disegnata secondo lo spirito del Bauhaus dai più importanti nomi dell’epoca, in primis Patrick Geddes, l’urbanista della Città Bianca, e gli edifici furono progettati sotto le influenze di Walter Gropius, Le Corbusier e Erich Mendelsohn. Fino al 2 Settembre 2018.
MAXXI –MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO – Arti visive – Via Guido Reni 4a, Roma.
ARTAPES. Raccontare i paradossi della cultura modernista attraverso l’antropologia, la pedagogia, la politica e la morale: è il lavoro dell’artista Jonathas de Andrade (Maceió – Brasile 1982) che da anni raccoglie e cataloga immagini, testi, storie di vita e materiale sull’architettura, mettendo insieme una sua personale narrazione del Passato. Fino al 2 Settembre 2018.
MAXXI –MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO – Arti visive – Via Guido Reni 4a, Roma.
ROAD TO JUSTICE. Le ferite e le violenze presenti nella società africana e la ricerca di possibili risoluzioni. Fino al 14 Ottobre 2018.
MAXXI –MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO – Arti visive – Via Guido Reni 4a, Roma.
AFRICAN METROPOLIS. UNA CITTA’ IMMAGINARIA. Una panoramica approfondita sulla scena artistica e culturale del continente africano. Fino al 4 Novembre 2018.
MAXXI –MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO – Arti visive – Via Guido Reni 4a, Roma.
INDEPENDENT – NESXT. Presentazione del lavoro di Nesxt. Fino al 17 Febbraio 2019.
MERCATI DI TRAIANO – Informativa – Via IV Novembre 64, Roma.
I CONFINI DELL’IMPERO ROMANO. IL LIMES DANUBIANO: DA TRAIANO A MARCO AURELIO. Una mostra documentaria che definisce il concetto di Limes danubiano, linea di confine dell’Impero Romano ma anche luogo di incontro e di scambio tra due civiltà. Fino al 18 Novembre 2018.
MUSEI CAPITOLINI – Grande evento – Piazza del Campidoglio 1, Roma.
LA ROMA DEI RE. IL RACCONTO DELL’ARCHEOLOGIA. La mostra testimonia le fasi di vita più antiche della città e sarà ospitata nelle Sale Espositive di Palazzo Caffarelli e nell’Area del Tempio di Giove dei Musei Capitolini. Fino al 27 Gennaio 2019.
MUSEO CARLO BILOTTI – ARANCIERA DI VILLA BORGHESE – Arti Visive – Via Fiorello La Guardia 4, Roma.
SULL’ORLO DELLA FORMA. La ricerca espressiva dell’artista coreano Peter Kim è caratterizzata da un costante richiamo ai temi archetipici della memoria, alle fratture del tempo e alle sollecitazioni del presente, con particolare riferimento al rapporto fra natura e cultura. Fino al 4 Novembre 2018.
MUSEO PREISTORICO ETNOGRAFICO “LUIGI PIGORINI” – Informativa – Piazza Guglielmo Marconi 14, Roma.
GEISHA. L’ARTE, LA PERSONA. La mostra Geisha – l’arte, la persona ripropone al pubblico di Roma il percorso ideato per l’esposizione Oggetti per passione – Il mondo femminile nell’arte giapponese, che si è tenuta a Cagliari nel Palazzo di Città e nel Museo d’Arte Siamese dal 27 giugno al 8 settembre 2013. I materiali esposti, raccolti in Giappone dallo scultore Vincenzo Ragusa tra il 1876 e il 1882, sono legati al mondo femminile che, pur non essendo esaustivamente rappresentato nella collezione Ragusa, emerge tuttavia vivido e intrigante, anche in virtù dell’accostamento con le immagini delle cortigiane di Yoshiwara (il quartiere del piacere della capitale Edo), che sono state scelte per accompagnare gli oggetti. Nella raccolta Ragusa sono molte le xilografie e i libri illustrati (ehon) che raccontano l’ukiyo, il mondo fluttuante della cultura e della società di Edo, il suo culto per la bellezza unito alla consapevolezza dell’effimera realtà della natura umana. Spesso i volumi erano veri e propri cataloghi delle geisha più conosciute, ne sottolineavano l’avvenenza, la raffinatezza o la maestria nelle arti dell’intrattenimento, al fine di indirizzare i clienti nella scelta più appropriata per passare piacevolmente il tempo nella “città senza notte”. Pur appartenendo a questo genere di libri illustrati, nei volumi della serie “Ehon seir? bijin awase” (Libro illustrato a paragone delle bellezze delle Case Verdi) pubblicati da Suzuki Harunobu, nel 1770 le geisha non appaiono come maliarde raggiungibili solo da pochi eletti, disposti a spendere capitali per i loro favori, ma sono ritratte nella dimensione della vita quotidiana, nei quartieri privati (oku) dove si svolgevano i momenti più intimi della loro giornata. Le giovani donne mostrano con grazia eterea come si prendevano cura del proprio corpo: il trucco del viso, le elaborate acconciature dei capelli, l’abbigliamento e gli accessori del vestiario che le rendevano così affascinanti agli occhi dei clienti. Rivelano la dedizione al perfezionamento delle arti indispensabili per la loro attività di intrattenitrici nei banchetti: la musica, la danza, la composizione floreale (ikebana), la conoscenza della poesia e della calligrafia, strumenti di una seduzione più sottile ma altrettanto necessaria per la conquista della notorietà. I momenti di ozio e di svago, i passatempi preferiti, il fumo, la lettura, la compagnia degli animali domestici, i giochi, completano il quadro di un mondo celato agli sguardi indiscreti dal sottile ma invalicabile schermo dei silenziosi pannelli scorrevoli. La geisha, tra tradizione e modernità nelle foto di Fabrizio e Federico Bonifazi: La società giapponese ha sempre seguito una linea retta nella sua storia, ha sempre evitato di subire contaminazioni da parte di altre culture. Nel corso degli anni, però, ha dovuto cedere alle influenze europee ed americane, cambiando, così, alcuni aspetti antropologici della società e del costume. Una delle pochissime figure a non aver mutato aspetto è quello della geisha, che, seppur in maniera minore, vede ancora oggi ragazze e donne intraprendere questo percorso di vita. Rispetto al passato, quasi tutto ciò che circonda la figura della geisha è cambiato nel corso degli anni, ma la tradizione rimane salda alle regole di un tempo, sull’abbigliamento, acconciatura, trucco, musica, danza e canto. Nelle foto, maggiormente rappresentato è il quartiere di Gion, a Kyoto, dove ancora oggi si respira l’atmosfera di epoche antiche, ma con qualche cambiamento. Alle tradizionali fioche luci del quartiere oggi si contrappongono insegne luminose, luci al neon, fari delle macchine e dei motocicli che attraversano la via principale, ma anche i flash dei fotografi che tentano di rubare qualche scatto alle geisha, così come i taxi giapponesi che hanno preso il posto degli popolari risciò (Jinrikisha) trainati per le vie della città. Fino al 30 Ottobre 2018.
ONEROOM BOOKS, ART & PHOTO – Arti visive – Piazza dei Satiri 55, Roma.
IN THE GARDEN, CY TWOMBLY. Una mostra di fotografie, poesie e pubblicazioni d’artista dell’artista canadese Ewa Monica Zebrowski. Un dialogo tra silenzio e assenza fatto d’ispirazioni e luoghi, immagini e parole, ricordi e sogni d’estate passate al fresco del giardino di Cy Twombly. Fino al 15 Settembre 2018.
PALAZZO VENEZIA – Evento Arte – Via del Plebiscito 118, Roma.
DONATELLO A PALAZZO VENEZIA. il prezioso busto in terracotta raffigurante San Lorenzo, realizzato da Donatello, finora comparso in mostre temporanee, viene posto a Palazzo Venezia per circa nove mesi a disposizione del grande pubblico. Fino al 28 Aprile 2019.
SANTA MARIA NUOVA – Arti visive – Via Appia Antica 251, Roma.
APPIA SELF-PORTRAIT. IL MITO DELL’APPIA NELLA FOTOGRAFIA D’AUTORE. Foto storiche si alternano a istantanee di rinomati fotografi del Novecento, da Elliott Erwitt a Milton Gendel, da Pasquale De Antonis a Federico Patellani e contemporanei, da Ferdinando Scianna a Elina Brotherus. Fino al 30 Settembre 2018.
FUORI ROMA
AGRIGENTO / MONREALE (PARCO DELLA VALLE DEI TEMPLI / CATTEDRALE DI MONREALE) – Arti visive – Città di Agrigento e Monreale.
ECSTASY & ORACLE. Una sorprendente selezione di lavori sia noti che inediti realizzati dall’artista visivo Jan Fabre, creatore teatrale e autore fiammingo, un percorso straordinario che si snoda tra siti archeologici, luoghi di culto, monumenti e biblioteche di queste due splendide città siciliane. La mostra è tra i Manifesta 12/CollateralEvents e si inserisce nel cartellone di eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, durante il quale, nel corso di tutto l’anno, si svolgerà un ricco programma che coinvolgerà non solo il capoluogo ma tutta l’isola. Esposti oltre cinquanta lavori realizzati da Jan Fabre tra il 1982 e il 2018: serie di disegni a matita e penna bic; sculture in diversi materiali, dalla cera al bronzo; film che documentano performance e mosaici realizzati con preziose ma solide e cangianti corazze di scarabei. L’artista presenta anche due opere inedite, pensate appositamente per questa occasione: “Schande übers Ganze Erdenreich!” e “Searching Oracle Stones“. L’esposizione si sviluppa in sinergia con luoghi di eccezionale valore storico e artistico: il Parco della Valle dei Templi e la città di Agrigento, Monreale e gli spazi del complesso monumentale della Cattedrale. Si instaura così una relazione tra l’arte greca dei templi, i mosaici bizantini e il personale vocabolario visuale di Fabre. Fino al 4 Novembre 2018.
APRES-COUP ARTE – Arti visive – Via Privata della Braida 5, Milano.
THE ART OF SHADE. Un linguaggio indipendente, provocatorio, figlio della controcultura urbana, pronto a sdoganare il “Sistema Arte” ufficiale e istituzionalmente riconosciuto dei musei, delle gallerie, delle fiere, degli spazi espositivi. Una delle peculiarità della Street Art risiede da sempre nella capacità diportare l’arte dove normalmente l’arte non c’era. Artisti che a un certo punto hanno deciso di applicare la propria creatività, non più a un manifesto pubblicitario o a una cover di un disco, ma direttamente ai muri delle città. Andrea Jako Giacomini, in arte VONJAKO, è un filmmaker e fotografo italiano di talento residente da oltre vent’anni a Los Angeles, mix di culture, città ipercolorata e museo a cielo aperto grazie proprio a uno sviluppo continuo della Street art. “The Art of Shade”, la personale di VONJAKO è un progetto di fotografia Fine Art che nasce nel 2016 tra le strade di Los Angeles, con l’intento di realizzare fotografie di soggetti ritratti in numerosi murales da diversi street artists, talvolta ignoti. La mostra presenta oltre 30 opere fotografiche, nelle quali VONJAKO ha inserito gli occhiali da sole creati dal suo amico Saturnino come accessorio indossato dai soggetti nelle fotografie, più o meno celebri e riconoscibili, come Charles Bukowski, Scarlett Johansson o Albert Einstein. Fino al 27 Luglio 2018 e poi replica dal 4 al 14 Settembre 2018.
CASTELLO PASQUINI – Arti visive – Piazza Vittoria 1, Castiglioncello(LI).
IL MONDO COLORATO DI JOAN MIRO’. La mostra presenta la collezione di opere grafiche originali della galleria Guastalla Centro Arte di Livorno, collezione nata negli anni ’70, proveniente in gran parte direttamente dall’artista e arricchita da un pastello dedicato a Giorgio Guastalla realizzato nel 1972 in occasione della pubblicazione dei volumi “Mirò litografo I e II” editi da Guastalla-Graphis Arte.. Fino al 9 Settembre 2018.
CIVICO MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Arti visive – Piazza Santa Vittoria 2, Anticoli Corrado(RM).
ITALO DETTI ZILOGRAFO. Dall’illustrazione del Libro dei Sassi della Liguria 1928-1976. Fino al 27 Agosto 2018.
FONDAZIONE MAST – Arti visive – Via Speranza 42, Bologna.
PITTSBURGH, RITRATTO DI UNA CITTA’ INDUSTRIALE. Per la prima volta in Italia una mostra interamente dedicata all’opera che il fotografo americano W. Eugene Smith (1918-1978) ha realizzato a partire dal 1955 su Pittsburgh, (Pennsylvania, USA), la città industriale più famosa del primo Novecento. A cento anni dalla nascita di uno dei protagonisti della fotografia mondiale, la mostra al MAST propone una selezione ricca e significativa del lavoro su Pittsburgh, che W. Eugene Smith ha realizzato lasciandoci il ritratto grandioso e autentico di questa dinamica città americana al culmine del suo sviluppo economico e alcune delle immagini più profondamente umane nella storia della fotografia. 170 stampe vintage provenienti dalla collezione del Carnegie Museum of Art di Pittsburgh sulla città e insieme sull’America degli anni cinquanta, tra luci, ombre e promesse di felicità e progresso. Fino al 16 Settembre 2018.
FONDAZIONE MAST – Arti visive – Via Speranza 42, Bologna.
USA ’68: DISORDINI E SOGNI. Una mostra sul 1968 in USA, non solo per ricordare un anno simbolo, ma anche per rendere omaggio al fotogiornalismo degli anni Sessanta. Attraverso 54 immagini iconiche di alcuni tra i più celebri fotoreporter dell’epoca, la mostra racconta la data simbolo che sommuove la società intera, da una parte per restituire uno spirito del tempo segnato da disordini e sogni, dall’altra per celebrare un genere fotografico glorioso, sul punto di cedere il passo alle prime trasmissioni in diretta televisiva a colori. L’esposizione, oltre alle immagini iconiche provenienti dalla Monroe Gallery di Santa Fe (New Mexico), presenta un racconto sul 1968 e gli anni Sessanta, anche attraverso videoinstallazioni proiettate a 360° in ciclorama e proiezioni video di documentari storici dagli archivi della Cineteca di Bologna. Fino al 30 Settembre 2018.
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA – Arti visive – Santa Maria Formosa, Castello 5252, Venezia.
JUST NOW. La mostra comprende oltre 70 opere rappresentative dell’artista contemporaneo Cai Gaungbin, realizzate con la tecnica dell’inchiostro e lavaggi. Cai Guangbin è uno degli artisti contemporanei più rappresentativi di questa tecnica, la quale ha un profondo valore accademico in Cina. Sin dagli anni ’90, Cai Guangbin ha condotto esplorazioni contemporanee individuali in riferimento a una nuova cultura e esperienza visiva sulla terraferma, apportando una lettura completamente nuova a questi concetti, alle immagini, ai metodi e alle tecniche di eredità cinese. Cai Guangbin è un professionista che promuove l’impiego di tecniche tradizionali, come l’inchiostro e il lavaggio, rileggendole all’interno del processo di internazionalizzazione in corso nella Cina moderna. Un parte delle opere in mostra rivela una nuova ricerca dell’artista verso “una nuova espressione della concezione cinese”; e l’altra parte potrebbe essere presa come “la ri-comprensione del pensiero interiore privato”, così come la continua espressione di approfondimento condotta dagli artisti sulla sua creazione artistica originale, che rende “l’espressione psicologica del selfie più distinta”. Inoltre, egli realizza alcune opere che esplorano la pittura psichica con la tattilità della mano e per la seconda volta esegue l’elaborazione dell’immagine digitalizzata sul proprio lavoro. Fino al 20 Settembre 2018.
FONDAZIONE SASSI – Arti visive – Via S. Giovanni Vecchio 24, Matera.
PATER – UN’ANTEPRIMA DEL PROGETTO ‘LA TERRA DEL PANE’. La mostra, inserita nella rassegna 12 WINDOWS che vede coinvolti diversi artisti under 35 in esperienze di mostre collettive che favoriscono la creatività e la sperimentazione di artisti emergenti, difatti, aprirà un susseguirsi di appuntamenti che vedranno alternarsi, senza interruzioni, installazioni, esposizioni pittoriche e fotografiche, laboratori, readings, video, performances, che termineranno, nel 2019, con l’evento conclusivo “Festival del pane”. 12 WINDOWS, dodici finestre aperte verso il futuro dell’arte. Dodici finestre aperte sia ai classici medium artistici, sia alle nuove ricerche e tendenze dell’arte contemporanea. Tema portante della rassegna e comune a tutti gli eventi che saranno promossi dalla Fondazione Sassi, in qualità anche di Project Leader per Matera2019, sono due elementi che contraddistinguono la città di Matera dal punto di vista culturale al punto di vista antropologico: il pane e la terra, declinati in tutte le loro sfaccettature. La mostra espone opere di Mariantonietta Bagliato, Giulia Barone e Giusi Longo. Fino all’8 Settembre 2018.
GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Arti visive – Via Magenta 31, Torino.
SUGGESTIONI D’ITALIA. DAL NEOREALISMO AL DUEMILA. LO SGUARDO DI DODICI FOTOGRAFI. Mostra di oltre 100 fotografie, realizzate dalla fine del secondo dopoguerra ai primi anni Duemila, che raccontano l’Italia per immagini: il paesaggio e le città della nostra penisola esplorati da 14 grandi fotografi, sia nell’architettura sia nella loro dimensione umana e sociale. Le foto, in bianco nero e a colori, sono selezionate con l’intento di scandagliare l’interpretazione degli ‘esterni’, dall’arco alpino e le grandi città come Torino e Milano, per proseguire lungo la dorsale emiliana fino a scendere verso il Sud, tra Napoli, Matera, e infine toccare la Sicilia. Paesaggi, luoghi, e anche i cosiddetti non-luoghi fanno parte di questa carrellata. La decisione di presentare questa esposizione nasce dalla volontà di tornare a focalizzare l’attenzione del museo sul tema della fotografia, tralasciato dalla programmazione da circa dieci anni, ma che costituisce un indubbio supporto di valore per le nostre collezioni. Ai primi ‘reportage’ in ambito di Neorealismo e alle documentazioni politiche si affiancano distillati di paesaggio italiano e letture di alto formalismo, come di ricerca di una apparentemente semplice verità ottica di documentazione dell’architettura. Questa mostra ha l’intento di trasportare il visitatore in un continuo alternarsi di sensibilità e di atmosfere, intense e differenti, facendo emergere in filigrana una prospettiva storica-temporale delle interpretazioni del soggetto-paesaggio. Narrazioni antiretoriche che lasciano spazio a nuove retoriche dell’immagine, senza distinzione tra fotogramma catturato al volo e situazioni accuratamente studiate. Nelle fotografie di Nino Migliori (Bologna, 1926) prevalgono i luoghi e i segni dell’uomo. Le sue immagini sui soggetti deboli sono costruite con una intenzione sapientemente narrativa. È forse il fotografo che prima di tutti ha saputo interpretare la forza del Neorealismo. Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, GE, 1930) sembra appartenere allo stesso ordine di attenzioni: nel condurre l’obiettivo della macchina fotografica sui temi del disagio, della arretratezza sociale, in una dimensione di straordinaria epica popolare. Sui temi di un ritardo arcaico, sulla soglia dell’umiltà, si cimenta anche in seguito Mario Cresci (Chiavari, GE, 1942) sia pure in una investigazione più marcatamente concettuale. Territorio e memoria sono indagati dal punto di vista dell’uomo come dei luoghi di lavoro, le cave. Mimmo Jodice (Napoli, 1934) ha saputo interpretare, in bianco e nero, in maniera al contempo semplice e intensa, sia paesaggi minori sia luoghi ad alta intensità culturale e monumentale. Ciò è avvenuto nella proposizione di temi del sud e anche nelle incursioni nel nord dell’Italia. Anche Mario Giacomelli (Senigallia, AN,1925 – 2000) fissa l’attenzione sulla cultura ‘bassa’, collegandosi soprattutto alla indagine sulla campagna. Da qui si innesta però una stupefacente rilettura formale, ad altissimo potenziale, dei campi governati dall’uomo, sfruttando al massimo le capacità del bianco e nero. Sullo stesso orizzonte paesaggistico si è cimentato Franco Fontana (Modena, 1933), solo portando la sua ricerca sul versante di un colore trionfante, forte, di alta – per l’epoca – eccitazione cromatica. Un colore che è stato tuttavia letto in chiave mentale, inteso a portare la naturalità dei soggetti in una dimensione astraente. Di tutt’altro segno è la fotografia a colori inaugurata da Luigi Ghirri (Scandiano, RE, 1943 – Roncocesi, RE, 1992). I suoi paesaggi ‘vuoti’, quasi non sfiorati dalla presenza umana, ci impongono un nuovo sguardo sulle cose, architetture e paesaggi. Dai suoi scatti emerge un sentimento invincibile di mistero, che ci proietta in una nuova dimensione di interpretazione del mondo. Questa considerazione vale anche per le straordinarie fotografie – ma in bianco e nero – di Ugo Mulas (Pozzolengo, BS, 1928 – Milano, 1973). I suoi paesaggi ci obbligano a guardare in maniera diversa i soggetti, ci danno la vertigine per quel che non avevamo saputo vedere in essi prima di adesso. Ciò vale anche per la sua indagine sulle periferie brumose della città industriale, che assumono, paradossalmente un forte, inedito, fascino. Il bianco e nero è strumento necessario anche per dare forza alle immagini di Uliano Lucas (Milano, 1942). La sua è una fotografia, infatti, di denuncia, perché riguarda la dimensione urbana e industriale, dove però è l’uomo a costituire il dato prevalente: la sua fotografia registra lotte e sofferenze, collocate in una dimensione collettiva. Sono in bianco e nero anche le fotografie di Ferdinando Scianna (Bagheria, PA, 1943). Le persone che ritrae ci inducono a considerare i luoghi in una dimensione antropologica. Queste immagini, come quelle di paesaggio, vivono di contrasti: sole-luce /buio, in una visione quasi abbacinante. Di Gabriele Basilico (Milano, 1944 – 2013) colpisce la oggettività concettuale del suo bianco e nero in cui emergono dai suoi scatti le architetture e il vuoto. La dimensione è urbana, periferica ma non solo. La regola delle geometrie, specialmente perfette, ci introduce a un nuovo ordine di considerazioni sulla natura dell’architettura e del suo potenziale connotante il paesaggio contemporaneo. Anche le fotografie dedicate all’Abbazia di San Galgano di Aurelio Amendola (Pistoia, 1938) sono consapevoli del significato di volumi e pesi dell’elemento architettonico. Esterni, Interni, dettagli sono interpretati con religiosa semplicità. Enzo Obiso (Campobello di Mazara, TP, 1954) lavora sul potenziale del bianco e nero. La sua Sicilia solare non ne esce affatto ridimensionata, ma anzi i suoi luoghi aumentano il potenziale di mistero, di apparizioni sorprendenti. Il colore controllato degli scatti di Bruna Biamino (Torino, 1956) ci porta lontano, in una sorta di sogno lattiginoso. Architetture, paesaggi disadorni, luoghi d’acqua, alludono alla sospensione e al vuoto e contengono, al contempo, uno stato di concentrazione e di spaesamento indissolubili. Fino al 23 Settembre 2018.
GALLERIA COLLICALIGREGGI – Arti visive – Via Indaco 23, Catania.
IL TEMPO E L’ACQUA. Personale di Andrea Santarlasci. Fino al 20 Ottobre 2018.
GALLERIA GIOVANNI BONELLI – Arti visive – Via Nazario Sauro 56, Pietrasanta(LU).
Personale di Luigi Ontani. Fino al 29 Agosto 2018.
GALLERIE ITALIA – Arti visive – Piazza della Scala 6, Milano.
PITTURA OLTRE IL LIMITE. Personale di Pino Pinelli. La mostra, la prima di un maestro della Pittura Analitica a Palazzo Reale, ripercorre, attraverso oltre 40 opere, più di cinquant’anni di lavoro di uno dei protagonisti dell’arte contemporanea. Fino al 16 Settembre 2018.
LUCCA BIENNALE – Arti visive – Città di Lucca.
PAPER, ART DESIGN. Tradizione, cultura, innovazione e sostenibilità. Questo e molto altro è Cartasia Lucca Biennale 2018, manifestazione dedicata alla carta e al cartone giunta alla nona edizione. 2 giorni di network e incontri, 8 premi, 16 Laboratori d’arte, 2 luoghi espositivi con opere uniche e interattive di artisti internazionali, un’architettura in cartone, 7 sculture monumentali nelle piazze di Lucca, costruite esclusivamente per questo evento riconosciuto in tutto il mondo come il primo evento che realizza opere monumentali in cartone. Per questa e le future edizioni la Biennale avrà un paese ospite. Il primo sarà la Cina, terra in cui la carta è stata inventata nel I secolo d.C. Per il 2018 verrà realizzata un’architettura in cartone e una sezione della mostra indoor ospiterà alcuni artisti cinesi, ospitati grazie alla collaborazione con il China Design Center. Ulteriore ospite sarà l’università della Tongji (Shanghai) con la quale verrà creato, per la prima volta, il padiglione in cartone che rimarrà aperto al pubblico fino al termine della Biennale. Fino al 27 Settembre 2018.
MONDADORI MEGASTORE – Arti visive – Piazza del Duomo, Milano.
ITALIAN (POP) CODE. È il collettivo artistico ITALIANCODE il protagonista di “Italian (POP) Code”, la terza mostra della nuova serie di “st art. L’arte per tutti”. I membri del collettivo, il lavoro di ITALIANCODE trasforma in opera d’arte un’icona tipicamente milanese: il tram. In una sorta di amarcord dai tratti pop, i mezzi vengono declinati, tra Banksy e Rotella, nella loro colorata essenza e presenza, a partire dal mitico “23 Lambrate” che ha segnato per oltre ottant’anni la città di Milano, diventando un simbolo letterario, il cui sferragliare ha gli echi di Testori o del cinema neorealista di Visconti. Una mostra che profuma di rivisitazione (naturalmente pop) di un’icona distintiva dell’italianità, di un pezzo di storia che, nonostante le nuove vesti pop, continua a portare e contenere la medesima aura e la stessa forza evocativa. Fino al 2 Settembre 2018.
MUSEO ARCHEOLOGICO DELL’ALTO ADIGE – Arti visive – Via Museo 43, Bolzano.
100X100 ACHILLE. In occasione dei 100 anni di Achille Castiglioni. Per l’occasione, la Fondazione Achille Castiglioni ha ideato il progetto 100×100 Achille: alcuni tra i più importanti designer del mondo sono stati invitati a una grande festa ed è stato chiesto loro di scegliere per Achille un regalo, che hanno inviato insieme a un biglietto d’auguri personalizzato. La festa è stata l’occasione per festeggiare Achille Castiglioni e tutto quello che il grande Maestro ha significato per il design contemporaneo e i suoi protagonisti di oggi. Fino al 19 Agosto 2018.
MUSEO DIOCESANO DI MASSA – Arti visive – Via Alberica 26, Massa.
ABBIAMO PERSO LA TESTA. Personale di Pino Deodato. Fino al 9 Settembre 2018.
PALAZZO BISACCIONI – Arti visive – Piazza Colocci 4, Jesi (AN).
DENTRO IL CIELO COMPARE UN’ISOLA. LE ARTI POVERE IN ITALIA FRA DISEGNO E FOTOGRAFIA. Trentadue autori per raccontare da un particolare punto di vista, quello della grafica e della fotografia, un movimento artistico italiano che ha avuto, per fortuna critica e di mercato, un’eco internazionale negli ultimi 50 anni: l’Arte Povera. Era dai tempi del Futurismo che l’arte italiana non fuoriusciva dai confini nazionali provocando una risonanza culturale che investì tutti i paesi occidentali, così l’Arte Povera prima e la Transavanguardia poi, hanno segnato un profondo mutamento nel linguaggio artistico che influirà sullo sviluppo delle correnti artistiche a venire. Le opere in mostra, disegni e fotografie realizzati in poco più di un decennio, dal 1963 al 1980, rappresentano un atto di ribellione nei confronti di una società abbagliata dal boom economico e permeata dal consumismo. In mostra opere di: Vincenzo Agnetti, Adriano Altamira, Enrico Baj, Alighiero Boetti, Sandro Chia, Francesco Clemente, Mario Cresci, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Mario Giacomelli, Luigi Ghirri, Ugo La Pietra, Elio Mariani, Aldo Mondino, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Michele Perfetti, Robert Pettena, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Concetto Pozzati, Emilio Prini, Francesco Radino, Sandra Sandri, Mario Schifano, Gianni Emilio Simonetti, Franco Vaccari, Luigi Viola, Michele Zaza. Fino al 4 Novembre 2018.
PALAZZO REALE – Arti visive – Piazza del Duomo 12, Milano.
PITTURA OLTRE IL LIMITE. Personale di Pino Pinelli. La mostra, la prima di un maestro della Pittura Analitica a Palazzo Reale, ripercorre, attraverso oltre 40 opere, più di cinquant’anni di lavoro di uno dei protagonisti dell’arte contemporanea. Fino al 16 Settembre 2018.
PALAZZO REALE – Arti visive – Piazza del Duomo 12, Milano.
LUXUS – LOSTUPORE DELLA BELLEZZA. Personale di Antonia Sautter. Fino al 30 Settembre 2018.
PIO MONTE DELLA MISERICORDIA – Arti visive – Via dei Tribunali 253, Napoli.
LE OTTO OPERE DI MISERICORDIA. L’arte contemporanea e mistica di Oliviero Rainaldi con il suo ultimo lavoro: rivisitazione di uno dei più grandi capolavori del Caravaggio, Le Sette Opere di Misericordia, conservata al Pio Monte della Misericordia di Napoli. Fino al 30 Settembre 2018.
REGGIA – Arti visive – Piazza della Repubblica 4, Venaria Reale(TO).
EASY RIDER. IL MITO DELLA MOTOCICLETTA COME ARTE. Una mostra-happening che racconta il magico mondo della motocicletta indagandone le varie componenti produttive e stilistiche, ma soprattutto i suoi significati antropologici di “fuga dal mondo”, di “libertà” e di “corsa verso l’ignoto”. Fino al 24 Febbraio 2019.
UJUSE – Arti visive – Via Nardelli 19, Locorotondo(BA).
VISIONI ONIRICHE. Personale di Lina Colucci. Fino al 10 Agosto 2018.
VILLA BRANDOLINI – Arti visive – Piazza Libertà 7, Pieve di Soligo(TV).
F4: UN’IDEA DI FOTOGRAFIA. Ottava edizione del Festival F4 / un’idea di Fotografia. Una serie di mostre che offrono uno spaccato sulla fotografia contemporanea: dalla grande mostra dedicata a Mario Giacomelli fino alle ricerche più innovative del panorama italiano, avendo come tema unificante il rapporto tra l’individuo e la società. Il Festival si apre con un’ampia mostra antologica dedicata a Mario Giacomelli, uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento, promossa in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano. L’esposizione Mario Giacomelli. Il corpo della terra presenta i due cicli più importanti dell’autore, i Paesaggi e l’Ospizio, che contribuiranno a conferire all’autore una notorietà internazionale. Tra i due filoni, solo apparentemente distanti, si trovano tutta una serie di legami profondi nel vedere il paesaggio come un corpo. E’ lo stesso Giacomelli a spiegarlo: «Guardandolo, ho visto le sue ferite, i segni» e continua dicendo «i calli che l’uomo aveva un tempo sui palmi delle mani, la terra li porta ancora lì». A seguire l’esposizione collettiva Around me. Traces of presence in biopolscapes presenta il lavoro di tre autori emergenti del panorama nazionale, Irene Fenara, Alessandro Calabrese e Alessandro Sambini, che con le loro ricerche indagano alcune questioni di stretta attualità. La mostra vuole essere una riflessione su come oggi i temi della biopolitica possano trovare delle nuove applicazioni, nel delineare gli elementi intangibili che condizionano il rapporto tra individuo e società, come la videosorveglianza e il machine learning. In un percorso articolato tra fotografie, installazioni, documenti di finzione ed objets trouvés raccolti tra i Balcani e la Romagna, L’albero del latte di Silvia Bigi esplora invece il tema dell’identità di genere, sollevando riflessioni sul ruolo della donna nella società contemporanea. A conclusione le opere del vincitore della sesta edizione del Premio Fabbri, Alberto Sinigaglia, che presenta la serie fotografica Microwave City incentrata sulla città di Las Vegas, vista come un archetipo visivo della messa in scena permanente che genera un immaginario effimero, sospeso tra realtà e finzione. Fino al 26 Agosto 2018.
VILLA LYSIS – Arti visive – Via Lo Capo 12, Capri(NA).
LE ISOLE. Retrospettiva di Hans Paule. Gli anni più fecondi della produzione dell’artista austriaco: scorci di case, profili di scogli, templi, donne, autoritratti, e paesaggi, immagini di una realtà sospesa in un tempo lontano, quando Capri non era ancora il ritrovo mondano del jet-set internazionale. Fino al 31 Dicembre 2018.
Cristiano Felice