Sino al 14 ottobre 2018 nel Museo Nazionale della Catalogna a Barcellona si celebra con un’esposizione Gala la musa di Salvator Dalì. Organizzazione e produzione del museo con la Fondazione Gala Salvator Dalì. Curatore Estrella de Diego.
L’esposizione si propone di mettere in luce la figura di questa donna, musa, amante e poi moglie di Salvator Dalì. Gala che è stata la compagna e moglie del poeta Paul Elouard, artista e figura chiave dell’arte del XX secolo. Fu amore incondizionato di Salvator Dalì e di Elouard, poco amata da Breton e Buñuel, la passione di Max Ernst, l’amicizia di Crevel e la modella di Man Ray. Non bellissima secondo i canoni attuali, ma una donna interessantissima, colta, che poteva scatenare passioni in coloro che incontrava, così fu per Max Ernst quando ancora era sposata con Elourd.
Molto intelligente, fu un personaggio d’avanguardia e senza di lei alcune opere del periodo surrealista sembrerebbero incomplete, come i dipinti di Max Ernst, alcune foto di Man Ray e Cecil Beaton e soprattutto le opere di Salvator Dalì. Infatti i suoi ritratti sono molto più di questo e formano un percorso autobiografico dove Gala, eroina post-moderna, ha creato e immaginato la sua immagine. Di origine russa Elena Ivanovna Diakonova che prese il nome di Gala, sposò nel 1934 Salvator Dalì con il quale conviveva da alcuni anni e dal quel momento fu la musa creatrice dell’artista.
Creatrice poiché ormai andate distrutte, ci sono poche opere firmate, ma Gala su scrittrice e musa di Dalì, lavorò con lui in molte opere tanto che l’artista decise che dovessero essere firmate Gala Salvator Dalì come il titolo dell’esposizione. L’artista la considerava la sua Gradiva “colei che avanza, la mia Vittoria, la mia donna”. L’esposizione la contestualizza con 60 opere che ineriscono con solo quelle di Dalì con oli e disegni, ma anche di quelli che furono compagni nell’avventura del surrealismo come Max Ernst, Picasso, Man Ray, Cecil Beaton e ancora Brasse. Inoltre per definire la figura di Gala per la prima volta saranno esposte un interessante insieme di lettere, cartoline e libri, nonché vestiti e oggetti personali che portano la mostra a essere compresa in 180 opere.
L’esposizione fa comprendere come Gala si sia adattata a essere considerata la musa di Dalì pur essendo essa stessa un’intellettuale.
Le opere presentate provengono principalmente dalla Fondazione Dalì che presta più di 40 opere, ma anche da collezionisti privati e musei internazionali come il Museo Dalì di San Petersburg in Florida, Haggerty Museum of Art di Milwaukee, dal Centre Pompidou di Parigi, il Bayerische Staatsgemaldesammlunge, Pinakothek der Moderne di Monaco, la Fundation Thyssen-Bornemisza, il MART di Rovereto, nonché il Museo National Centro da Arte Reina Sofia di Madrid e altri.
Emilia Dodi