Dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 nella Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia saranno mostrate 130 opere dei depositi che restaurate sono esposte per la prima volta, o lo sono state raramente. Curatore Marco Pierini con catalogo Silvana Editoriale.
Onde far conoscere la grandezza della scuola umbra dal Medioevo alla metà del Rinascimento sono state estratte dai depositi 130 opere di artisti di vaglia di nomi meno noti al pubblico, secondo il loro stato di conservazione. In effetti non è giusto che solo gli addetti ai lavori e gli studiosi possano accedere ai depositi dei musei, poiché è altrettanto interessante far conoscere opere che altrimenti non sarebbero viste in mostra.
Per questo il curatore Marco Pierini che è il Direttore della Galleria Nazionale valendosi di un numero piuttosto cospicuo di studiosi come Michele Becchis, Andrea De Marchi, Alessandro Delpriori, Elizabeth Dester, Gabriele Fattori, Giulia Mancini, Fabio Marcelli, Matteo Mazzalupi, Veruska Picchiarelli, Marzia Sagini, Daniele Simonelli, Maria Rita Silvestrelli, Federica Zalabra, Emanuele Zappasodi, ha voluto creare questa ulteriore esposizione.
Naturalmente le opere sono non solo state restaurate, ma anche oggetto di studio da parte di questi esperti. Infatti le tavole sono state prima indagate diagnosticamente e poi messe a disposizione degli specialisti affinchè le studiassero in modo molto approfondito, ne risulta così una mostra che amplia il percorso museale della Galleria. Le opere che partono dal Duecento alla metà del Cinquecento tra gli altri vedono i nomi del Maestro dei dossali di Subiaco, Meo da Siena, Allegretto Nuzi, Rossello di Jacopo Franchi, Giovanni Boccati, Benedetto Bonfigli, Benvenuto di Giovanni, Bartolomeo Caporali, Pietro Vannucci detto il Perugino, Eusebio da San Giorgio, Berto di Giovanni, Domenico Alfano e Dono Doni. Le tavole esposte lo sono state saltuariamente e in alcuni casi mai presentate.
Il curatore ci ha tenuto a far sapere che i depositi non sono luoghi sporchi o polverosi come si immagina la gente, ma custodiscono opere che vengono esposte nel caso che altre manchino per prestiti, altre molto belle “portano su di sé troppe offese del tempo perché possano essere esposte al pubblico …..”. In ogni caso, grazie all’epoca d’oro della scuola umbra, se ne produrranno in visione 130.
Una mostra che oltre a suscitare curiosità, sarà anche molto educativa.
Savina Fermi