Sino al 7 ottobre 2018 la Fondazione Pescheria Centro arti Visive di Pesaro presenta le installazioni “Marcello Nasini Neolithic Sunshine” Si tratta di opere ricavate da strumenti musicali preistorici. L’esposizione è curata da Marcello Smarrelli.
E’ la prima mostra personale di Matteo Nasini (1976) in un’istituzione pubblica italiana e alcune opere sono state create per il luogo. Matteo Nasini diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, presenta una serie di sculture tratte da strumenti musicali primordiali che l’artista ha ritrovato in alcuni musei di storia naturale, reperti fossili di animali che sono una primigenia forma di strumenti acustici : zanne, corna, ossa che Nasini ha scanzionato con una stampate in 3D trasformandole in sculture sonore, Questi strumenti così ricavati mantengono il loro potenziale sonoro.
Quest’esposizione mette in luce le tre linee che guidano Nasini nella sua ricerca artistica, il suono e le sue origini, l’impiego di pratiche manuali lente e infine il progresso tecnologico. L’installazione che dà il titolo alla mostra Neolithic Sunshine e realizzata nella Chiesa del Suffragio ed è un sound piece composto dall’artista eseguito con strumenti musicali tratti da quelli di scultura neolitica diffuso nello spazio e segue l’andamento circolare dell’edificio.
Il brano non solo permetti di ascoltare questi strumenti musicali, ma anche le loro sonorità estinte. Gli strumenti sono posizionati su un podio al centro come se fossero stati depositati dopo un’esecuzione musicale e sono circondali da una struttura creata con fili di lana dal titolo Tenta Vestige. Pur essendo un’installazione monumentale è nel contempo effimera poiché mediante il fascio dei suoi fili colorati unisce interno e esterno, come è possibile vedere in quanto il gruppo dei fili parte al Liceo Artistico Mengaroni di faccia al Centro Arti visive Pescheria entrando nella Chiesa del Suffragio così creando un unicum dei tre edifici.
L’altra installazione Il giardino perduto che occupa in parte il Loggiato della Pescheria crea un ambiente suggestivo grazie a una serie di oltre venti sculture realizzate in fili di lana che rievocano i reperti con un’architettura effimera e come per Tenda Vestigia creano uno spazio rituale. Per ideare un epicentro ideale Nasini ha ideato una grande ruota in ceramica come un anello che ricorda le forma archetipe dell’architettura preistorica e i primi utensili utilizzati dall’uomo.
Sempre a fare da sfondo al complesso architettonico. l’Artista compositore ha messo Principio Selvatico un arazzo di grandi dimensioni, ricamato a mano: una veduta, un paesaggio primordiale molto lussureggiante dai colori vivaci e molto intriganti.
L’idea di quest’esposizione che mostra come anche nei primordi la musica fosse apprezzata, Nasini l’ha avuta in quanto quest’anno ricorre il 150° della morte del grande compositore Gioacchino Rossini e di Pesaro nominata dall’UNESCO città creativa della Musica.
Anna Camia