A Carpi nei musei di Palazzo Pio dal 14 settembre al 16 dicembre 2018 si celebra la figura di Berengario da Carpi medico rinascimentale che lo fu anche di Lorenzo de’ Medici. Presenta dipinti, incisioni, libri antichi e manoscritti, ed è curata da Manuela Rosi e Tania Previti. Catalogo APM Edizioni.
Quest’esposizione prodotta dal Comune di Carpi con il patrocinio di Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, dell’Istituto Ortopedico Rizzoli in collaborazione con l’Università di Padova, il MUSME di Padova, il Museo civico archeologico di Bologna, celebra Berengario da Carpi (1450 ca – 250) medico notissimo in tutte le corti dell’epoca, con dipinti, incisioni, disegni, libri antichi e manoscritti che documentano la scienza di questo personaggio.
Figlio di un medico, fu amico del Signore di Carpi Alberto Pio e per otto anni seguì gli studi umanistici con Aldo Manuzio. Con la laurea a Bologna in medicina nel 1489, si perfezionò nella pratica chirurgica pubblicando nel 1521 i Commentari cum amplissimi additionibus super Anatomia Mundini, il primo dei tre volumi che furono fondamentali per la storia dell’anatomia. I testi erano dotati di straordinarie illustrazioni dove venivano messi in luce il cuore, la colonna vertebrale, i muscoli, lo scheletro, l’apparato riproduttivo femminile, le vene e il cervello, pubblicando in seguito le Isagoge brevi in aggiunta al commentario.
Divenuto celebre fu richiesto dalle più importanti corti dell’epoca e divenne medico tre Papi, curando anche Giovanni dalle Bande. Nere e Lorenzo de’ Medici. La mostra su divide in tre sezioni iniziando con mettere a fuoco il contesto nel quale Berengario si trovò a operare tra Bologna e Padova. E’ il periodo dei testi classici al quale Berengario portò le dovute correzioni grazie alle autopsie eseguite sui corpi umani. Qui sono presentati volumi a stampa del medico tedesco Johannes de Ketam, Fasciculum Medicinae e il De Humanis corporis fabrica dell’anatomista Andrea Vesalio, e il Canon medicinae Avicennae, oltre a disegni, xilografie e strumenti chirurgici dell’epoca.
La seconda sezione è introdotta dal Ritratto di Berengario dipinto da un anonimo pittore emiliano, ed è il fulcro della mostra con documenti, volumi e opere d’arte che documentano la vita di Berengario presso le varie corti dove lo studio dei classici con Manuzio è unito al suo amore per l’anatomia, così come il suo interesse per l’archeologia che è dimostrato dal frammento di marmo del Busto di Nerone di epoca romana rinvenuto nel sottosuolo di Bologna, presentato con un’installazione olografica del Museo civico archeologico di Bologna e della Facoltà d’ingegneria dello stesso, che ripropone il modo usato da Berengario per esporlo nella sua casa, nonché la copia del San Giovannino nel deserto di Raffaello a lui appartenuta.
La sezione si chiude con libri rari di medicina del 1400, nonché i testi scritti da Berengario e alcune sue ricette originali. La terza sezione comprende una serie di disegni e dipinti che hanno come soggetto il corpo umano di autori quali Leonardo da Vinci, Antonio Pollaiolo, Domenico Campagnola, Giovanni Jacopo Caraglio e altri.
I suoi studi umanistici e l’amore per l’arte si possono notare nei disegni che lo fanno considerare anche un artista.
Savina Fermi