Con il titolo “La luce ricorda” all’Accademia Nazionale Cinese di pittura a Pechino due artisti italiani e due cinesi si confrontano in una mostra dedicata alla luce. L’esposizione è aperta dal 15 settembre al 15 ottobre 2018. E’ curata da Giorgio Agamben e Zhang Xiaoling.
Un’esposizione di questo tipo si è già tenuta presso i Musei di Feng Huang nel settembre 2017 dove gli artisti che si confrontavano erano 12 artisti cinesi e 12 occidentali, e il dialogo faceva comprendere come le espressioni artistiche dei due mondi pur confrontandosi, erano legati dalla tradizione artistica, poetica e filosofica. Ora questo nuovo invito interessa due artisti italiani di diversa estrazione come Ruggero Savinio e Giuseppe Modica e due famosi pittori cinesi Tang Yong e Zhang Yidan con i loro specifici linguaggi contemporanei.
Ruggero Savinio, Ordinario di Pittura Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e responsabile del Dipartimento, figlio di Alberto Savinio e nipote di Giorgio de Chirico, è stato spinto fin dalla giovane età a svolgere il suo importante percorso e le sue opere figurative sono nelle gallerie e musei di tutto il mondo. E’ da ricordare la sua antologica del 2012 alla GNAM di Roma.
Giuseppe Modica fin da giovanissimo ha dipinto con la metafisica delle cose quotidiane e la luce, come definito da Maurizio Fagiolo dell’Arco “è la vera protagonista della sua pittura”. Entrambi i pittori pur differenti, sono accomunati dalla compenetrazione di forma -luce-colore. Entrambi fanno della vera pittura senza inserirsi in alcun movimento, tenacemente legati a questa forma artistica, dove la memoria non è rifiutata, dove sussiste il tempo, la luce e l’immaginazione. Il curatore ha visto nei quattro artisti un legame che è quello di “fare della pittura”, con radici lontane e profonde.
Yan Yongli è un pittore che unisce religiosità e laicità, l’antica pittura ad affresco, e la modernità europea. Questo fa sì che i suoi personaggi siano dipinti in modo minuzioso, mentre la scrittura verticale che è il supporto accentua la forma dei personaggi racchiusi in uno spazio, rendendo le immagini solenni e ieratiche. Zhang Yidan invece avendo studiato le antiche pitture di paesaggio e la scrittura, ha cercato di comprenderne la forma espressa anche come studio del paesaggio, unita alla decorazione dei tessuti tradizionali popolari. Da quest’unione è nata la passione per i paesaggi e la loro accuratezza di esecuzione, lavori per i quali ha vinto numerosi premi.
Anna Camia