Con il titolo “Sergio Ceccotti Il romanzo della pittura 1958-2018” al Palazzo delle Esposizioni di Roma, c’è dall’11 settembre al 14 ottobre 2018 una mostra di quest’artista romano. Promossa da Roma Capitale è curata da Cesare Biasini Selvaggi con catalogo Carlo Cambi editore.
Non è certo la prima mostra in luogo istituzionale di quest’artista romano che vive tra Roma e Parigi, le cui opere sono conservate in musei nazionali e internazionali. Questa mostra nello Spazio Fontana del Palaexpo presenta 40 opere che indicano il percorso di sessant’anni di attività di Ceccotti (1935) che dalle prime esecuzioni neocubiste degli anni ’50, all’espressionismo tedesco degli anni ’60, continuano con un realismo tutto personale. La sua visione della realtà raffinata e originale prende spunto dalla storia dell’arte, dal cinema e dal fumetto fino ai rebus disegnati nella Settimana Enigmistica da Maria Ghezzi.
L’artista ha così commentato questo spunto “Il mio interesse per questi disegni non nasceva da una grande passione per i rebus, anche se mi diverte risolverli, ingrediente principale di ogni rebus, non producono qui un effetto ma dal fascino che queste scene emanavano, fascino che tenterò di spiegare. Gli accostamenti di oggetti incongrui, ingrediente principale di ogni rebus, non producono qui un effetto disturbante di tipo surrealista, ma sono tranquillamente assorbiti dalla scena generale, come se in quel mondo fosse naturale che un ragazzo lotti con un serpente tra l’indifferenza di altri personaggi che contemplano le barche sul fiume, mentre una pietra in primo piano, una teiera, una tazza attendono, accanto a due grossi coltelli”.
E così le sue opere mostrano verità nascoste e enigmatiche che riuscendo a percepirle si potrebbero chiarire i rebus che queste contengono. Tra le porte e le finestre, scale e corridoi, appartamenti senza personalità, modeste camere d’albero e paesaggi urbani, si celano gli indizi che sembrano precedere o seguire qualcosa di drammatico che non è visibile all’occhio di chi guarda, ma lo spinge a interrogarsi, immaginandolo.
Per il primo periodo degli anni cinquanta può essere emblematica l’opera il giradischi del 1958, così come per l’espressionismo tedesco è l’opera Al bar lì del 1962, mentre per quelle della realtà cecconiana che ne è seguita, si possono citare Un delitto del 1967 e Combattimento tra Tancredi e Euridice del 1980. Per i paesaggi urbani Notturno del 1990, Hiver à Montmartre del ’91 e Estate a Piazzale Flaminio del 2016. La mostra si conclude con un documentario inedito su Sergio Ceccotti dal titolo Cercando il Signor S. del 2018 prodotto e realizzato da RUFA Rome University of Fine Arts.
Il catalogo a cura di Cesare Biasini Selvaggi contiene oltre al saggio del curatore, te tavole e le schede delle opere esposte, un’antologia di testi critici, un’estesa cronologia e una sezione di apparati bibliografici. Le opere di quest’artista sono conservate in numerosi musei pubblici tra i quali i Musei Vaticani collezione Arte religiosa moderna, lo Staattliches Undenau di Altenburg, le Gallerie Comunali d’Arte Moderna di Bologna e Arezzo e il Museo d’Arte Contemporanea Renato Guttuso di Bagheria.
Emilia Dodi