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    Categories: Arte

Geografie del Futuro in mostra al MUDEC

Manifesto del film Italia K2 1955 ©Museo Montagna CAI Torino

Sono tre mostre al MUDEC di Milano  che raccontano le nuove frontiere della Geografia. Sono partite il 28 settembre 2018 e restano visibili fino al 14 aprile 2019. I titoli delle 3 mostre sono

Capitani coraggiosi. L’avventura della scoperta 1906-1990”“Se a parlare non resta che il fiume”- “ The Art of Bansky A visual Protest”. 

Giovanni Virgilio Schiapparelli Disegni delle prime osservazioni su Marte 1878 Belvedere INAF
Osservatorio astronomico di Brera ©Agnese Mandrino

Sono tre mostre che hanno un solo punto in comune che è quello di raccontare le nuove frontiere della Geografia cercando di mostrare la nuova idea di geografia, disciplina attuale e labile che grazie alla tecnologia, gli spazi da esplorare sono sempre più nuovi e difficili. Il MUDEC è il luogo più adatto poiché conserva il patrimonio più antico delle culture con 800 reperti che vanno dalle opere d’arte, oggetti d’uso, testi e strumenti musicali e tessuti della Americhe, Asia, Africa e Oceania gran parte raccolti con le esplorazioni del Secolo diciannovesimo, da scienziati, missionari o persone che sono partite in particolare da Milano o dalla Lombardia.

Esploratori 2.0 Capitani Coraggiosi L’avventura umana della scoperta 1900-1990
Ritratto di Celestino Usuelli ©Archivio storico Gardella foto Usuelli

 

Questi reperti erano conservati ante al Museo di Storia Naturale di Milano e con la creazione del MUDEC Museo delle culture nel 2015, sono colà allocati. Si inizia con l’esposizione dedicata ai Capitani coraggiosi che scade l’11 febbraio 2019 e indaga le frontiere dell’esplorazione novecentesca sino ad oggi, inerenti le vette, lo spazio, gli abissi e la terra più profonda, e questo mediante la collezione permanente del MUDEC con fotografie, filmati, cimeli delle maggiori esplorazioni che mostrano il concetto d’esplorazione dell’ultimo secolo, in particolare quelle lombarde.

 

Aldo Mazza Circuito Internazionale Milano 1910 ©Civita raccolta delle stampe Bertarelli Castello
Sforzesco Milano

 

Le sezioni sono 5: I nostri esploratori-misurare e rappresentare- L’esplorazione dell’aria Vette, cielo e spazio. L’esplorazione del sottosuolo con le grotte- Geografie del futuro Antropologia Arte e Visioni.

Se a parlare non resta che il fiume, che resterà aperta fino al 6 gennaio 2019, interessa l’installazione multimediale del lavoro fatto in loco dalla fotografa e educatrice Jane Baldwin con Survival International che si interessa da quarant’anni della popolazione indigena e con lo Studio Azzurro e la sua creatività.

 

 

Mappa degli astronomi di Brera Pianta della città di Milano pubblicata dall’Amministrazione
Municipale nel 1814©Civita raccolta delle stampe Bertarelli Castello Sforzesco di Milano

Quest’ esperienza è un lavoro artistico immersivo che inerisce due luoghi patrimonio dell’umanità. La base è nella Valle dell’Omo in Etiopia e il lago Turkana in Kenya, dove gli indigeni sono minacciati da una importante crisi umanitaria e ambientale provocata dagli stessi uomini e dimostrata dalle donne che sono le custodi delle tradizioni, e del danno che stanno facendo i lavori per un grandioso progetto idroelettrico che distrugge il legame profondo tra uomo e il suo habitat. Bisogna imparare a creare senza distruggere. 

 

RENDER Mostra se a parlare non resta che il fiume installazione artistica di Studio Azzurro
e della fotografa Jane Baldwin a sostegno di Survival International movimento mondiale
per i popoli indigeni ©Jane Baldwin/Studio Azzurro

 

The Art of Banky a Visual Protest che resterà aperta fino al 28 aprile 2019 promossa a novembre 2018 da 24Ore Cultura, inerisce l’artista Strett Art Bansky il cui lavoro creativo e irriverente si identifica con la geografia del paesaggio creando la “psicogeografia” del territorio. Saranno 70 lavori tra dipinti sculture, prints e oggetti che parlano della relazione con il paesaggio umano.

Anna Camia

Anna Camia: