Sono tre mostre al MUDEC di Milano che raccontano le nuove frontiere della Geografia. Sono partite il 28 settembre 2018 e restano visibili fino al 14 aprile 2019. I titoli delle 3 mostre sono
“Capitani coraggiosi. L’avventura della scoperta 1906-1990”– “Se a parlare non resta che il fiume”- “ The Art of Bansky A visual Protest”.
Sono tre mostre che hanno un solo punto in comune che è quello di raccontare le nuove frontiere della Geografia cercando di mostrare la nuova idea di geografia, disciplina attuale e labile che grazie alla tecnologia, gli spazi da esplorare sono sempre più nuovi e difficili. Il MUDEC è il luogo più adatto poiché conserva il patrimonio più antico delle culture con 800 reperti che vanno dalle opere d’arte, oggetti d’uso, testi e strumenti musicali e tessuti della Americhe, Asia, Africa e Oceania gran parte raccolti con le esplorazioni del Secolo diciannovesimo, da scienziati, missionari o persone che sono partite in particolare da Milano o dalla Lombardia.
Questi reperti erano conservati ante al Museo di Storia Naturale di Milano e con la creazione del MUDEC Museo delle culture nel 2015, sono colà allocati. Si inizia con l’esposizione dedicata ai Capitani coraggiosi che scade l’11 febbraio 2019 e indaga le frontiere dell’esplorazione novecentesca sino ad oggi, inerenti le vette, lo spazio, gli abissi e la terra più profonda, e questo mediante la collezione permanente del MUDEC con fotografie, filmati, cimeli delle maggiori esplorazioni che mostrano il concetto d’esplorazione dell’ultimo secolo, in particolare quelle lombarde.
Le sezioni sono 5: I nostri esploratori-misurare e rappresentare- L’esplorazione dell’aria Vette, cielo e spazio. L’esplorazione del sottosuolo con le grotte- Geografie del futuro Antropologia Arte e Visioni.
Se a parlare non resta che il fiume, che resterà aperta fino al 6 gennaio 2019, interessa l’installazione multimediale del lavoro fatto in loco dalla fotografa e educatrice Jane Baldwin con Survival International che si interessa da quarant’anni della popolazione indigena e con lo Studio Azzurro e la sua creatività.
Quest’ esperienza è un lavoro artistico immersivo che inerisce due luoghi patrimonio dell’umanità. La base è nella Valle dell’Omo in Etiopia e il lago Turkana in Kenya, dove gli indigeni sono minacciati da una importante crisi umanitaria e ambientale provocata dagli stessi uomini e dimostrata dalle donne che sono le custodi delle tradizioni, e del danno che stanno facendo i lavori per un grandioso progetto idroelettrico che distrugge il legame profondo tra uomo e il suo habitat. Bisogna imparare a creare senza distruggere.
The Art of Banky a Visual Protest che resterà aperta fino al 28 aprile 2019 promossa a novembre 2018 da 24Ore Cultura, inerisce l’artista Strett Art Bansky il cui lavoro creativo e irriverente si identifica con la geografia del paesaggio creando la “psicogeografia” del territorio. Saranno 70 lavori tra dipinti sculture, prints e oggetti che parlano della relazione con il paesaggio umano.
Anna Camia