Di recente ha preso ufficialmente il via la stagione del Teatro Arcobaleno. Si sono appena concluse, infatti, le repliche de Lo Strano Paese dei Campanelli, con Edoardo Guarnera e Annalena Lombardi, una spumeggiante e originale rielaborazione della celebre operetta, scritta da Carlo Lombardo e messa in musica da Virgilio Ranzato.
Rielaborazione, dicevamo, curata da Mariella Guarnera, che ha fatto un’operazione “intarsio” abbastanza particolare. Oltre a riadattare la storia del libretto, ha messo in atto un mix di arie dell’operetta e di brani famosi e “sempreverdi”, come Fiorin Fiorello o Donna, tutto si fa per te. Il risultato è nel complesso assai piacevole e divertente.
Tanto per capire meglio la storia, vi diciamo che in questo fiabesco paese le case sono dotate di magiche campane, appese all’ingresso di ciascuna casa; le quali si mettono a suonare se all’interno viene perpetrato un tradimento. E così, il casuale arrivo di una nave militare fa si che lo sbarco dei marinai ridesti velleità amorose delle gentili signore, trascurate dai mariti che a loro preferiscono magari la birra con gli amici! Ovviamente, gli scampanellii si succedono, suscitando la gelosia dei legittimi consorti, che si ribellano.
Nel frattempo, arriva un’altra nave carica di presunte ballerine, che avrebbero potuto pareggiare i conti. In realtà, sono le mogli dei marinai, le quali, già che si sono…. fanno trillare anche loro un po’ di campane, tanto per riequilibrare le sorti della storia, che però si chiude con reciproci perdoni e i classici “tarallucci e vino”!
Il tutto, come nella migliore tradizione dell’operetta, con la proposizione di piacevoli cori e balletti.
Protagonista e regista di questo delizioso spettacolo (che ha registrato il “tutto esaurito” praticamente per due settimane) è Edoardo Guarnera, nel ruolo dell’affascinante capitano Hans, che allieta il pubblico con la sua magnifica voce e la sua notevole presenza scenica. Accanto a lui, nel ruolo frivolo di Bob Bon, la bravissima Annalena Lombardi.
In scena al loro fianco, non sono da meno Mariella Guarnera (Nela), il simpatico e versatile Matteo Micheli (il nostromo La Gaffe), Giulia Romano (una rivelazione nel ruolo di Pomerania). E ancora Michela Pavese (Hetel), Vincenzo Pellicanò (Tarquinio), Diego Nesta (Attanasio), Giorgio Giurdanella (Basilio) e Francesco Testa (ammiraglio Nelsen). Il Cappellaio Matto, ovvero il pianista, che accompagna i cantanti nelle musiche originali di Ranzato, è il M° Massimiliano Franchina.
Una menzione speciale alle “inglesine” che compongono il corpo di ballo e che hanno contribuito con il loro fascino e la loro bravura: Maria Diglio, Serena Giavesu, Eleonora Pedini, Roberta Rossi, Fabiola Zossolo, Luna Zuliani, a loro volta corteggiate dai volubili “marinai”, i ballerini Alex Angelini, Mario Battisti e Nicolò Capodacqua.
Le coreografie sono della stessa Eleonora Pedini e la preziosa aiuto regia è Loredana Corrao.
Uno spettacolo che sicuramente tornerà in scena; e che vale la pena andare a vedere. L’operetta, intese come genere, è infatti una piacevole sintesi fra musica e teatro; e che è in qualche modo antenata nobile dell’attuale commedia musicale. E l’esperimento che abbiamo avuto modo di apprezzare risulta assai godibile per il pubblico.
Complimenti a tutti, in particolare a Edoardo Guarnera, oggi giustamente considerato un esponente di spicco della tradizione che fa capo all’operetta. E che ci riporta alla magia degli anni Venti e Trenta del secolo passato.
Salvatore Scirè