Con il titolo “Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre 1946-1961” al Museo di Roma è aperta un’importante mostra fotografica con 160 scatti che raccontano il periodo. Resterà aperta fino al 3 febbraio 2019. Curatori dell’esposizione Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia. Catalogo Silvana Editoriale. Organizzazione Zetema Progetto Cultura.
La mostra promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali co-prodotta con l’Istituto Luce-Cinecittà con il contributo alla realizzazione del Comune di Parma e il CSAC dell’Università di Parma, ha parafrasato il titolo di un film icona dell’epoca per farne da promozione dell’esposizione al Museo di Roma Palazzo Braschi.
Con 160 scatti si può vedere il racconto dei 15 anni nei quali l’Italia superando i traumi della guerra riuscì a divenire da un paese “messo in ginocchio”, in un’importante nazione dall’economia vivacissima anche sociale, ammirato da tutto il mondo. Naturalmente l’Italia di allora doveva andare avanti superando anche i grossi problemi cha ha lasciato irrisolti. Quest’esposizione racconta per immagini un paese nel momento in cui entra per sempre nella modernità.
Così si vedono le foto della vita politica e privata, delle lotte per il lavoro, il cambiamento dei costumi, la TV e le nuove autostrade, la conquista da parte di un notevole numero di famiglie dell’automobile, in particolare della famosa 600 costruita dalla Fiat, il trasferimento dalle campagne nelle città in particolare del Nord dove si trovava lavoro nelle industrie. In effetti una sintesi di un’epoca, di un paese che da arcaico divienne moderno.
Questo grazie soprattutto alla cultura, al cinema con il neorealismo che ha fatto conoscere il valore dei tecnici di Cinecittà portando il cinema americano a operare in Italia. Questo non vuol dire che non si sia creata una disuguaglianza tra le classi sociali che sussiste tutt’ora, ma vi era una volontà di andare avanti con un grande entusiasmo e speranza nel futuro. Gli scatti sono anche di fotografi sconosciuti che lavoravano nelle riviste illustrate all’epoca molto ricercate e a questi va dato il merito di mostrare con naturalezza la realtà del paese, mentre moltissimi sono quelli di fotografi celebri che sarebbe impossibile citare tutti.
Le sezioni tematiche sono dieci e in ognuna c’è un doppio sguardo. Infatti alle foto celebrative si affiancano quelle di fotografi indipendenti con la visione spesso critica. E’ mostrata la capacità di rinascere nonostante le differenze politiche e quelle tra nord e sud che provocarono una grande emigrazione verso le due Americhe, nonchè la crescita sfrenata degli immobili senza tener conto del paesaggio e l’aumento del traffico privato che ancor oggi è un problema irrisolto. La grande differenza tra ricchi e poveri che però conservava la media borghesia cosa che oggi va scomparendo.
E poi le Olimpiadi di Roma, l’Hollywood sul Tevere, l’importanza della velocissima crescita che ha fatto creare a Roma la sede della Fondazione Europea, e si potrebbe ancora continuare.
Emilia Dodi