Al Vittoriano Ala Brasini è in corso una straordinaria mostra dedicata a Jackson Pollock e alla Scuola di New York che resterà visibile fino al 24 febbraio 2019, prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con The Whitney Museum of American Arts di New York. Curatori David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice. Catalogo Arthemisia Books.
Questa straordinaria esposizione che si avvale delle opere prestate dal Whitney Museum è molto interessante perché oltre ad alcune tele del principale artista dell’action painting (espressionismo astratto) presenta anche nomi importanti di questa scuola con circa 50 opere, tra le quali persino una scultura. Credo che in pochi luoghi si possano ammirare tanti capolavori tra i quali di Pollock la celebre iconica tela Number 27 lunga più di tre metri.
La mostra come punto focale prende in considerazione i tre elementi che hanno portato questi artisti alla rivoluzione epocale: anticonformismo, introspezione psicologica, sperimentazione. In effetti proprio come già capitato alla fine dell’800 in circostanze differenti con l’impressionismo, è stato proprio il rifiuto da parte del Metropolitan Museum di New Work che organizzata una mostra d’arte contemporanea nel 1950 li aveva rifiutati scatenando la loro rabbia, creando così la più importante rivoluzione dell’arte americana.
L’esposizione che si avvale di un ottimo allestimento, si presenta in 6 sezioni:Jackson Pollock– Verso la Scuola di New York-Franz Kline- Dall’espressionismo astratto al “ Color Field”- Willem de Koening– Mark Rothko. La sezione di Pollock (1912-1956) descrive il lavoro e la vita di questo pittore ribelle di natura che sposato con un’artista la vede lasciare la carriera per promuovere la sua. E’ con il trasferimento a New York che Pollock arriva al famoso dripping con opere di grandi dimensioni. L’artista muore in un incidente nel 1956.
Verso la Scuola di New York riunisce gli artisti che hanno una radice europea, Arshile Gorky armeno, il greco William Baziotes, mentre Robert Motherwell americano è stato il fondatore della Scuola di New York. Altri artisti presenti sono Clyfford Still con le sue tinte accese e Mark Tobey mistico e delicato che si esprime con linee sottili su fondo bianco, e altri ancora. Franz Kline con le sue linee nere grandi che si esprimono sulla bianca tela, ha una sezione a parte della quale si potrebbe a lungo parlare.
E poi il cambiamento che dall’espressionismo astratto molti artisti, quasi tutti della medesima generazione, si staccano creando il Color Field. E qui troviamo Hans Hofmann, Ad Reinhardt, Hans Frankenthaler, Grace Hartingan, ma il vero punto di cesura si deve a Theodoro Stamos, Al Held, Adolph Gottielb e Philip Guston che alla fine della vita divenne figurativo. Con Sam Francis la nuova pittura arriva al minimalismo. Infine la sezione dedicata al celeberrimo artista Williem de Koning e quella dedicata a Mark Rothko. Potendo questi due artisti meriterebbero un articolo a parte.
Una mostra assolutamente da visitare.
Emilia Dodi