A Fred Cavayé deve essere molto piaciuto il film italiano di Paolo Genovese Perfetti sconosciuti, tanto è vero che ne a fatto un remake Le Jeu perfettamente identico. Anche nella scelta dei personaggi che sembrano la copia carbone di quelli italiani. Eccellente il cast che vede Bérénice Bejo, Suzanne Clément, Stéphane De Groodt, Vincent Elbaz, Grégory Gadebois, Doria Tillier e Roschdy Zem, recitare all’unisono tutti perfettamente in parte.
Perfetti sconosciuti era un gran bel lavoro che ti lasciava l’amaro in bocca, come del resto anche Le Jeu, che qui a Namur, è stato molto apprezzato. La storia, come sapete è quella di un gruppo di amici che, in una notte di eclissi lunare, si riuniscono a cena, e, uno di loro, stabilisce la regola per la serata, tutti i cellulari dovranno essere depositati sul tavolo e tutti i messaggi in arrivo dovranno essere letti ad alta voce. Perché, tra amici, non ci sono segreti.
E qui, attorno al tavolo, si cominciano a sentire i primi frisson, non di piacere ma di spavento, soprattutto da parte di chi – quasi tutti- non ha la coscienza a posto…
Il film di Fred Cavayé, che mi ha riportato a Perfetti sconosciuti ogni minuto secondo dal principio alla fine, gira attorno alla rappresentazione che ciascuno degli invitati ha, per mantenere la coesione del suo gruppo di amici, della coppia e della sessualità. Con lo scopo di far ridere rivelando le azioni dei protagonisti nella loro intimità, portando in superficie la realtà dietro le apparenze.
Bravi gli attori, e, in registri ipersessuali, solo le voci…che arrivano alle orecchie di tutti ingigantendo segreti e misteri da Roschdy Zem a Doria Tillié, Vincent Elbaz e, la scoperta Stéphane de Groot qui in veste di sottile e raffinato osservatore, e poi Gregory Gadebois e Bérénice Bejo, che sotto una personalità iper controllata, nasconde un diavoletto giocoso.
Mariangiola Castrovilli