Nel segno di una battaglia permanente, dalla parte che – come ha affermato Luca Barbareschi, alla sua quarta stagione da direttore artistico – “per definizione è libera e del teatro che è il modo migliore non solo per coltivare il passato, ma per seminare un futuro migliore”, l’attore nel corso della conferenza stampa di presentazione ha parlato dell’apertura di stagione in grande stile del Teatro Eliseo, prevista per il prossimo 30 ottobre (quando verrà svelato anche il lungo restauro della facciata) con Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand per festeggiare il centenario di questo teatro romano, che, rispetto all’anno scorso, ha triplicato gli abbonamenti ed è uno dei primi teatri di Roma e d’Italia.
“Un teatro – per Barbareschi – che è l’unica Beaubourg romana e che vuole essere una casa per gli artisti, un laboratorio di idee e che spero possa accendere una scintilla anche per le altre istituzioni culturali. Uno spazio laico aperto e disponibile alla cultura che deve essere attiva e non museale. Viviamo in una fase di oscurantismo e la cultura, purtroppo, è un concetto assente da ogni programma politico. Stiamo attraversando anni terribili che in qualche modo ricordano la Germania prima dell’avvento del nazismo, tempi, i nostri, dove l’ignoranza predomina e gli artisti sono i primi a soffrirne”.
Il prossimo 30 ottobre, come si cideva, comincia ufficialmente, dopo vari spettacoli che hanno ricordato il centenario del teatro, la nuova stagione dell’Eliseo con Cyrano de Bergerac che vedrà protagonista Luca Barbareschi per la regia di Nicoletta Robello Bracciforti.
Perché Luca Barbareschi ha scelto proprio il personaggio di Cyrano per inaugurare la sua quarta stagione che lo vede impegnato come attore e come direttore artistico? E’ lui a svelarcelo: “Quest’anno, ormai è noto a tutti, si festeggia il centenario dell’Eliseo e il 2018 è un anno speciale in tutti i sensi. Ho scelto di impersonare il celebre spadaccino perché mi somiglia: è uno spirito libero che molte volte si trova a combattere le battaglie della vita da solo, come spesso faccio io. Cyrano contrappone la dignità del lavoro, il diritto al lavoro per scelta. Egli non è un anarchico, è un militare al servizio del Re. Si da delle regole e pur sfidando De Guiche, lo affronta non a duello ma a parole”.
E continua: “Cyrano è un eroe perdente ma anche un uomo normale, come me non assoggettato al potere, al servilismo, è libero, indipendente. Cyrano mi somiglia – prosegue Barbareschi- anche per quella sua voglia di provocare ‘io amo essere odiato e mi piace molto dispiacere’ dice il personaggio. Ma in questo che io considero uno spettacolo straordinario si parla tanto d’amore e in particolare di sogni. Cyrano è un animo pieno di passione, è un sognatore, forse anche chi dirige un Teatro è un sognatore!”.
Cinque quadri per una mise en scene che si sviluppa su 3 livelli e che, per la prima volta svela l’interezza di un palcoscenico a forma triangolare, con scale a chiocciola e botole che verranno utilizzate per rendere ancora più ricco uno spettacolo che ospita sul palcoscenico con Luca Barbareschi, ben 25 attori che interpretano 48 ruoli.
Tra questi: Linda Gennari, nel ruolo di Rossana, Duilio Paciello in quello di Cristiano, Thomas Trabacchi nella parte di De Guiche, Duccio Camerini nel ruolo di Regueneau e gli Allievi del Corso di Recitazione della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè.
Giancarlo Leone e Ludovica Mariani