Nella Basilica di San Miniato a Firenze per due mesi si può ammirare l’opera dell’artista basca Sofia Gandarias (1951-2016) dal titolo Guernika. Curatrice Monica Baldi.
Copatrocinata dall’Associazione Culturale “Pinocchio di Carlo Lorenzetti”, l’opera dell’artista basca scomparsa nel 2016, Sofia Gandarias, grazie al Priore dell’Abbazia di San Miniato al Monte, Padre Bernardo e a Enrique Barón Crespo responsabile del Legado Gandarias, sarà visibile al pubblico fino al 16 dicembre 2018 a ingresso libero. Inaugurata dal Ministro degli Affari Esteri spagnolo Josep Borreli, è già stata esposta nella sala delle esposizioni dell’Abbazia benedettina di Santo Domingo de Silos a Burgos.
Guernika ( Guernica) evoca immediatamente il capolavoro di Picasso, ma quest’artista basca nata proprio nella cittadina della quale l’opera prende il nome distrutta il 26 aprile del 1937 dai tedeschi e dagli italiani durante la guerra civile spagnola, ha voluto creare un trittico dove il colore rosso del sangue rappresenta tutto il dolore e la devastazione che le guerre di qualsiasi tipo creano nella mente delle persone. L’artista ne ha sentito parlare durante tutta la sua infanzia proprio perché quel dolore è indimenticabile.
Come critica d’arte della mostra è Cristina Acidini, troppo nota per presentarla, che ha scritto nella sua presentazione “Se Picasso aveva risolto la tragedia in una gamma di grigi, Gandarias fa prevalere il rosso, in un contrasto col nero e il neutri, così da riversare nel trittico e negli altri studi una vampa di fuoco e di sangue, che è come un grido contro tutte le guerra di tutti i tempi”.
Guernika, città martire, è ora valutata “icona di pace” e quest’opera può essere considerata come impegno diretto nelle scelte democratiche e civili. Le tre scene del trittico e i cinque bozzetti rappresentano la violenza e la guerra vissuta attraverso i colori, le immagini delle donne e dell’orologio sulla facciata della chiesa che segna l’ora nella quale la città basca è stata distrutta, sono una esempio e monito per il futuro.
Anna Camia