Qui a Tokyo tanti i film in competizione, scelti con estrema cura da un cast di agguerriti e competenti programmatori, dotati di un forte senso dello spettacolo, che finora ci hanno coccolati con proposte molto interessanti.
Apriamo a bandiera, visto che Il vizio della speranza – secondo lavoro del nostro Edoardo De Angelis, dopo l’acclamato Indivisibili – è già passato, nei giorni scorsi qui al FIFFjp in concorso, dopo essere stato in settembre a Toronto e ai primi di ottobre alla Festa del Cinema di Roma, dove ha conquistato il Premio del pubblico .
Tra i lavori in concorso, qui a Tokyo, il biopic su Rudolf Nureyev, un film molto ben fatto, il migliore tra i numerosi biopic già esistenti, diretto ed interpretato da Ralph Fiennes, ed una eccezionale Adèle Exarchopoulos, dal titolo The White Crow, una coproduzione europea, grande attenzione anche per The Bra, produzione tedesca con Denis Lavant e Paz Vega, e per The Great Darkened Days, quarto lavoro del canadese Maxime Giroux.
Due poi i titoli nipponici in competizione e due prime mondiali, Just Only Love ed Another World. Il primo è una storia d’ amore e d’ossessione realizzata da uno specialista di dramedy romantici come Rikiya Imaizumi, mentre Another World di Junji Sakamoto racconta di tre amici e di un incontro destinato a segnare le loro vite.
Ed eccoci alla consueta panoramica Japan Now, dove trionfa One Cut of the Dead, delirio trash che si sta trascinando un po’ dovunque fin dalla primavera, ovvero fin dalla fine del Far East Film Festival di Udine. Ventisette mila dollari di budget iniziale per approdare, al box office giapponese, ad incassi favolosi come 15 milioni di dollari.
Tra le programmazioni speciali, ecco poi un focus sull’inarrivabile regista di animazione Masaaki Yuasa, Mind Game, ed un tributo al leggendario Isao Takahata, La storia della principessa splendente, oltre a una mini-retrospettiva sul grande attore Koji Yakusho, che abbiamo intervistato a Cannes qualche anno fa.
Mariangiola Castrovilli