E’ arrivata al PAN di Napoli l’ulteriore esposizione su Mauritius Escher grande artista grafico. In mostra oltre alle sue opere anche quelle di artisti che ne sono stati influenzati fino ad arrivare ai fumetti. É curata da Mark Vekdhusyen e Federico Giudiceandrea.
Sono state talmente tante le mostre che Arthemisia con la Escher Foundation ha proposto in Italia che hanno fatto sì che quest’artista grafico sia divenuto un’icona, amato da giovani e anziani, matematici e scienziati di ogni tipo, partendo per ciò che riguarda la nostra testata con la mostra di Reggio Emilia, quella straordinaria di Roma, quella di Pisa, dove ogni volta è stato possibile trovare una diversa collocazione scientifica e dare un differente taglio.
Questa di Napoli è particolare perché mette l’accento proprio sulle opere che Escher, dopo il matrimonio e l’inizio dei suoi viaggi con la moglie, in particolare quello del luglio del 1923 lungo la Costiera Amalfitana, ha creato spinto dal meraviglioso paesaggio che fa da cornice alla foto dei due sposi dall’alto di Atrani con una chiesa costruita su uno sperone a strapiombo sul mare, che ha colpito così forte la fantasia dell’artista che ricorre spesso nella sua grafica che si trova alla fine nella famosa opera Metamorfosi II.
Di questi viaggi a più riprese, dove Escher visita Vietri sul Mare, Amalfi, Ravello, Scala, Positano, Praiano e Conca dei Marini, restano disegni che sono stati tradotti in 15 stampe tra le quali Atrani, Costa di Amalfi del 1931, Case in rovina ad Atrani, Cosimo a Ravello, Il Borgo di Turello, tutti del 1932. Bisogna dire che proprio in questi viaggi Escher, divenuto maturo, si è avvalso delle idee e suggestioni che unite nel segno della sintesi gli hanno permesso di creare studi sulle forme che lo hanno fatto divenire unico nel suo genere.
Tutti ormai sanno che le sue creazioni sono un’unione tra matematica e cristallografia, e una riflessione su temo di spazio e infinito dove l’arte unisce la matematica e la musica. Per i codici matematici Escher si è riferito a quanto appreso dal suo maestro incisore, mentre per la cristallografia l’amicizia con MacGillavry unito alla musica di Bach. I giochi e le tassellature si devono alla sua visita all’Alhambra e al suo importante soggiorno romano, città che ha dovuto lasciare a causa delle leggi razziali, trasferendosi in Svizzera.
E così si potrebbe continuare citando le varie sezioni, ma grazie all’audioguida gratuita si possono esplorare i mondi costruiti con elementi percettivi bidimensionali e tridimensionali assemblati da leggi matematiche e geometriche che caratterizzano la sua arte. E poi quanto quest’artista abbia influenzato i posteri è messo in luce nelle circa 200 opere esposte, fino ad arrivare ai fumetti e alle copertine di dischi di gruppi celebri. ( foto 5)
Emilia Dodi