Per i 100 anni del Teatro Eliseo di Roma, il suo Direttore artistico, Luca Barbareschi, ha messo in scena fino al 25 novembre Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand. Uno spettacolo entusiasmante, perfetto che lascia il pubblico rapito ed esaltato ad ogni cambio di scena. Ottimo Barbareschi nel suo personaggio, meno convincente la Rossana di Linda Gennari. Valida la regia di Nicoletta Robello Bracciforti.
Cyrano, spavaldo e abile come spadaccino, ma timido in amore, pur di vivere il suo sentimento di forte passione e amore nei confronti della cugina Rossana, accetta di donare il suo cuore e le sue melodiose parole a Cristiano, un uomo che, seppur affascinante e innamorato egli stesso della donna, è rozzo, e non sa trovare quelle parole per far innamorare una donna. Rossana si innamorerà perdutamente di questo giovane, non sapendo che quelle frasi e quelle parole melodiose sono messe “letteralmente in bocca” da Cyrano.
In questa messinscena del Cyrano de Bergerac per il centenario del Teatro Eliseo, l’elemento teatrale è ottimamente sviluppato, grazie ad una scenografia che riproduce ambienti del ‘600 senza nessuna esagerazione. I cambi sono rapidi e avvengono sotto gli occhi del pubblico. Valida la Compagnia di attori tutti bravi, tra i quali spiccano Thomas Trabacchi, Duccio Camerini, Duilio Paciello, Massimo De Lorenzo e tutti i giovani allievi del Corso di Recitazione della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè.
Luca Barbareschi nel ruolo del protagonista si rivela un ottimo Cyrano in buona forma, ma forse poco avvezzo nelle scene dei duelli. Colpisce molto la sua interpretazione, a volte garbata a volte irruenta per il personaggio da sostenere. I toni non sono mai pesanti specialmente nelle situazioni clou della commedia. Commovente, pieno di sentimento il finale che vede Cyrano morente, che finalmente rivela senza remore e senza timidezza il suo amore a Rossana, la quale capisce, purtroppo tardi, che quelle bellissime parole erano proprio di Cyrano e non di Cristiano.
Linda Gennari, nella parte di Rossana, sembra meno convincente: un po’ troppo civettuola, un po’ rigida nei vari comportamenti, anche nei momenti in cui dovrebbe di più abbandonarsi, lasciarsi andare ai sentimenti, come, per l’appunto, nel finale, quando si rende conto da quale cuore palpitante e da quale bocca le belle parole d’amore declamate da Cristiano provenivano.
Cyrano de Bergerac, una bella rappresentazione che vale la pena di essere vista che lascia il pubblico appagato dall’amore, dai sentimenti, tutti elementi che forse proprio oggi non esistono più o che si sono fortemente inariditi per far posto ad altri elementi, brutti, come l’arroganza, la violenza, il femminicidio.
Giancarlo Leone