Dal 4 dicembre è in corso al Teatro Quirino Vittorio Gassman, a cura della Compagnia Gitiesse Artisti Riuniti, la rappresentazione di una interessante edizione del capolavoro di Aldo Palazzeschi dal notissimo titolo di “Sorelle Materassi”. Questa volta con tre attrici di grido, da Milena Vukotic a Lucia Poli e Marilù Prati, per la regia del bravissimo Geppy Gleijeses che al termine della prima rappresentazione è salito in palcoscenico per ricevere il più che meritato applauso del pubblico.
L’adattamento dall’originale è del drammaturgo Ugo Chiti che ben ha interpretato l’animo della commedia trasferendo dalle pagine del libro di Palazzeschi alle tavole del palcoscenico la storia melodrammatica di tre sorelle (una quarta è “nascosta”) che tirano avanti in maniera pressoché apatica la loro esistenza guadagnandosi da vivere con l’esercizio della professione di sarte, molto apprezzate peraltro dalla borghesia fiorentina.
Ognuna delle tre sorelle ha una sua personalità, più o meno spiccata, più o meno serena e vissuta, poco per la verità in quanto, nubili, non hanno praticamente mai partecipato ad episodi sociali o tali da interessare quella che, a parte il loro lavoro, può senz’altro definirsi una vita scialba.
Tutto scorre sui binari della piatta vita di apprezzate ricamatrici fino a quando non irrompe nella loro vita il figlio della sorella “nascosta” un ragazzo abituato alla bella vita, dai modi affascinanti che subito avvincono ed attraggono, anche in forma di spiccata sensualità, le tre zie abituate fino ad allora a piccoli shock provocati dalla vivace e simpatica esuberanza della loro domestica Niobe (Garuglieri), donna del popolo dotata di spiccata personalità e tale da aver consentito, con le sue vivaci e pregnanti osservazioni, alle tre sorelle di vivacchiare una vita un tantino più movimentata di quanto la professione esercitata consentisse loro.
La serenità della vita delle tre sarte ricamatrici è talmente turbata dalla ventata di follia indotta da Remo (Gabriele Anagni, molto ma molto bravo), questo il nome del nipote, che esse perdono letteralmente il controllo delle loro personali e comuni situazioni di vita e di comportamento fino ad allora pressoché inutili.
Le tre protagoniste riescono ad esibire perfettamente i caratteri e le sensazioni, con una Milena Vukotic vera e propria maestra d’arte che imprime al suo personaggio, Carolina, un ruolo patetico ma al tempo stesso affascinante, con Lucia Poli in grado di perfettamente caratterizzare il suo personaggio (che vorrebbe essere duro ma non lo è), certamente come nelle intenzioni di Palazzeschi il quale l’ha voluto distinguere da quello dall’altra sorella, Giselda, rappresentato dalla splendida e simpatica Marilù Prati in forma eclatante e perfettamente adatta al personaggio “rivoluzionario” che nelle intenzioni dell’autore vorrebbe dare corpo ad una reazionaria dalle sottese intenzioni di smuovere l’apatia delle altre due sorelle.
Tragicomico il finale impresso dall’autore con le tre sorelle che continuano a vivere, ormai malamente, la loro vita che al punto in cui le ha ridotte “l’affetto” e la vanagloria del nipote è ormai piena di pensieri, di debiti, di rimpianti tuttavia attenuati dai ricordi delle “bravate” del nipote.
Di Geppy Gleijeses abbiamo detto, della sceneggiatura semplice ed efficace lodiamo la concretezza, mentre vivi complimenti restano da esprimersi per gli altri due personaggi in scena, Palle
(Gianluca Mandarini) e Peggy (Roberta Lucca), la donna americana che in un ulteriore eccesso di sfrontatezza, il vivace Remo impalmerà come sua sposa.
Andrea Gentili