Abbiamo incontrato Altero Frigerio direttore di Radio Articolo 1 nelle sede dell’emittente che fa capo alla CGIL.
Come nasce e per che cosa si caratterizza Radio Articolo 1?
“Radio Articolo 1 nasce e si sviluppa in questi dieci anni con l’ambizione di portare il lavoro al centro dell’informazione. Chi lo cerca e chi l’ha perduto, chi ha il problema della pensione ma anche chi ha il problema del primo contratto. La vita degli italiani è segnata dal loro rapporto con il lavoro- spiega a Visum il direttore della radio – e allora raccontarlo, facendo parlare i protagonisti, facendo parlare i sindacalisti, facendo parlare le persone, è stata la molla che ci ha spinto a fare Radio Articolo 1. In questi dieci anni noi abbiamo incontrato tanti lavoratori, tanti sindacalisti ma anche tanta società civile che, intorno al tema dei diritti ha sviluppato, nei nostri confronti, una credibilità, una affidabilità che oggi ci consente di guardare al Web e al FM come strumenti oggi essenziali per stare in mezzo alla gente”.
“A noi piace raccontare – prosegue – quel che accade dal punto di vista di chi il lavoro l’ha messo in qualche modo in cima ai suoi pensieri. Siamo una struttura giovane anche se, per quanto mi riguarda, sono quarant’anni che faccio radio. Una struttura giovane che però ha sposato i canoni della grammatica radiofonica anche dentro un mezzo nuovo come il Web. La grammatica e la confezione non sono orpelli, sono elementi essenziali per parlare la stessa lingua di chi ci ascolta e anche il linguaggio in questo caso per noi è fondamentale. Non parliamo ‘sindacalese’ – aggiunge – ma parliamo alle persone con il linguaggio, con il lessico, anche se volete, con le emozioni delle persone che in qualche modo affrontano questi temi”.
Nel vostro palinsesto c’è uno spazio che ho ascoltato la prima volta con grande interesse, Radio Rebibbia.
“Noi abbiamo un palinsesto, quotidiano e settimanale molto articolato con un’offerta in qualche modo molto interessante. Parlavamo del lavoro come principio e come valore assoluto, però il lavoro viene declinato anche nella musica, viene declinato nel cinema, nel teatro, nella letteratura e quindi nei libri e quindi anche questi spazi che noi proponiamo all’ascolto sono in qualche modo segnati dal filo conduttore del lavoro e lo stesso facciamo anche sul tema dei diritti”.
“E anche sul tema dei diritti delle persone che stanno dietro le sbarre, c’è un appuntamento settimanale Jailhouse rock, che all’interno ha Radio Rebibbia, che raccoglie le proposte, le domande, le offerte e le condizioni di vita che riguardano le persone. Insomma, un mondo, anche quello dei diritti delle persone che stanno dentro il carcere che a noi sta molto a cuore. Vale per loro ma vale per quanti sono privati dei diritti, penso ai migranti, penso ai rom, penso ai sinti, penso a tante altre figure, tra virgolette, che una volta erano ‘minoranze’, che invece sono persone”.
Raffaele Vincenti
Ecco l’audio dell’intervista