Al Teatro India di Roma, e attualmente in tour per i maggiori teatri italiani, Davide Enia ha portato in scena la sua ultima fatica teatrale L’Abisso, raccontando con il gesto, il canto, il cunto l’indicibile tragedia contemporanea degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo.
«Quando ho visto il primo sbarco a Lampedusa, ero assieme a mio padre. Approdarono tantissimi ragazzi e bambine. Era la Storia quella che stava accadendo davanti ai nostri occhi, la Storia che si studia nei libri, che riempie le pellicole dei film e dei documentari e che modifica la struttura del presente. Nell’arco di diversi anni, continuavo a tornare sull’isola, costruendo così un dialogo continuo con i testimoni diretti, i pescatori e il personale della Guardia Costiera, i residenti e i medici, i volontari e i sommozzatori. Parlavamo quasi sempre in dialetto, nominando i sentimenti e le angosce, le speranze e i traumi secondo la lingua della nostra culla, usandone suoni e simboli”.
“In più, ero in grado di comprendere i silenzi tra le sillabe, quel vuoto che frantuma la frase consegnando il senso a una oltranza indicibile. In questa assenza di parole, in fondo, ci sono cresciuto. Nel Sud, lo sguardo e il gesto sono narrativi e, in Sicilia, ‘a megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice, la miglior parola è quella che non si pronuncia”. Il testo diventa allo stesso tempo testimonianza storica e percorso esistenziale che riguarda tutti noi e sul palcoscenico è trasferita una lotta combattuta in mare aperto, che salva e inghiotte destini umani.
La messa in scena fonde diversi registri e linguaggi teatrali, gli antichi canti dei pescatori, intonati lungo le rotte tra Sicilia e Africa, e il cunto palermitano, sulle melodie a più voci che si intrecciano senza sosta fino a diventare preghiere cariche di rabbia quando il mare ruggisce e nelle reti, assieme al pescato, si ritrovano i cadaveri di uomini, donne, “piccirìddi”.
Lo spettacolo è un’Epopea, che diventa metafora di un naufragio individuale e collettivo, un Abisso interiore e spirituale in cui noi tutti, ormai, rischiamo di cadere.
Attualmente n tour per i principali teatri italiani
Francesca Pistoia