E’ andata in scena al Teatro Greco di Roma, La maschera der Ghetanaccio, una commedia musicale scritta ed interpretata da Claudio Fabi per la regia di Emiliano Sciullo, presentata da Onion Jam e Er core de Roma. Si racconta nella commedia la vita di un personaggio veramente esistito: Gaetano Santangelo, soprannominato, per l’appunto, “er Ghetanaccio”, noto burattinaio romano che agì nella Roma papalina di fine ‘800.
La trama di questo spettacolo è la rievocazione di un nonno, interpretato da Avio Focolari (che ha curato musiche e testi originali con Emanuele Puleio), che racconta con nostalgia alla sua nipotina Giulia (Giorgia Puleio) la vita di un personaggio veramente esistito: Gaetano Santangelo, soprannominato, per l’appunto, “er Ghetanaccio”, noto burattinaio romano che agì nella Roma papalina di fine ‘800 e che attraverso i suoi pupazzi lottò, combatté le ingiustizie sociali.
L’arte a servizio della diffusione del pensiero di uguaglianze. Ridotto in povertà, per i divieti di esibizione imposti dalla Chiesa, si innamora e si consola con una bella locandiera, l’attrice Nina (interpretata da Anna Sollinger), che ricambia il suo amore tra alti e bassi, un po’ litigarello. Il povero Ghetanaccio, innocente, si troverà poi coinvolto in un omicidio di un nobile che lo porterà in tribunale come presunto colpevole, ma successivamente assolto.
Gaetano Santangelo ha svolto l’intera sua vita tra le piazze che si aprono sotto i palazzi nobiliari, dove rappresentava i suoi spettacoli, e la galera dove finiva sempre dopo i vari spettacoli che erano tra il comico e la satira. Da allora poco è cambiato: il nonno insegna alla nipotina come va il mondo, come il potere, allora come oggi, si fa forte sulla povera gente che muore di fame.
E’ proprio la fame il filo conduttore della commedia, in particolare quella di Ghetanaccio che non riusciva mai a soddisfare. Nemmeno quella dell’amore con Nina che, delusa dall’unico compromesso accettato da Ghetanaccio per non morire di fame, si suicidò gettandosi nel Tevere. Bella la scena finale della commedia che vede ricongiungersi in Paradiso Ghetanaccio e Nina. Forse solo lassù potremo coronare i nostri sogni d’amore, cambiare la condizione umana. Questo è il messaggio che viene dato nel finale agli spettatori.
La maschera der Ghetanaccio è una bella commedia, dove si respira aria di romanità che oggi non è più presente nella Capitale, di cui si ha molta nostalgia. Una commedia, dove hanno collaborato più di 30 persone, intervallata da canti e musiche inedite (con un corpo di ballo formato da 10 ballerini, coreografie di Mirko Guastatore), che danno il giusto ritmo e colore, scenografie con pedane rotanti e fondali scorrevoli.
Bravissimi tutti gli attori amatoriali e semiprofessionisti che non hanno nulla da invidiare ai veri professionisti e che nominiamo tutti: Francesca Di Iorio, Rosalba Pizzini, Stefania Polentini, Giuseppe Baglioni, Claudio Emiliani, Gabriella Ghini, Arianna Bagaglini, Veronica Di Giacobbe, Giancarlo Moreschini, Tony Cartella, Giulio Anese, Valerio Rota, Paolo Maniscalco, Salvatore Belardo, Marcella Fabi, Daniele Danieli, Corrado Ferranti.
Piacevole e degna di nota la tecnica di improvvisazione di alcuni di loro, uno per tutti proprio Claudio Fabi nel ruolo di Ghetanaccio, che ha saputo ben fronteggiare alcuni “problemi tecnici” che ha fatto sorridere il pubblico, confermando la professionalità. Uno spettacolo senz’altro da riproporre, consigliato ad un pubblico di tutte le età, soprattutto a quei romani che hanno nostalgia di una Roma sparita.
Giancarlo Leone