31 gennaio 2019, Viale Mazzini 14. Si celebrano i vent’anni de Il commissario Montalbano con due nuovi episodi, L’altro capo del filo e Un diario del ’43 in onda su Raiuno rispettivamente il l’11 ed il 18 febbraio 2019.
Belli come sempre i due episodi, raccontati con la solita classe dal grande Andrea Camilleri, lo scrittore europeo contemporaneo più famoso in Europa, per la regia di Alberto Sironi con il cast a cui siamo affezionati da ormai vent’anni, tolto purtroppo Marcello Perracchio il medico della serie, dottor Pasquano, disturbato sempre nei momenti meno opportuni per diagnosticare la causa della morte dei numerosi cadaveri dei vari episodi.
Chi, dei nostri lettori, non ricorda – da Il ladro di merendine, il primo episodio, visto nel 1999 che ci ha reso affezionati spettatori di Zingaretti e del suo Il commissario Montalbano. Tutti film indimenticabili tratti dai Romanzi e dai Racconti di Camilleri – editi da Sellerio – appuntamenti imprescindibili al punto di non prendere impegni per le serate di programmazione su Raiuno.
Max Gusberti, storico capostruttura di Raiuno fin da prima degli anni novanta, e che ora, da esterno, continua nel suo ruolo di produttore di questi indimenticabili ed amatissimi super film, ha prodotto, insieme a Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri, questi due nuovi entusiasmanti film
Luca Zingaretti ha commentato che “I vent’anni si festeggiano, vedo qui tante facce note anche nella controparte. Chi di noi ha scritto bene o male, e, bene o male ogni anno, o quasi, ci ritroviamo qua, sempre più numerosi, cosa abbastanza singolare. Chi mi conosce sa che non amo le celebrazioni e, tantomeno le autocelebrazioni. Posso solo fornire un dato di cui sono fiero, ed è quello che una serie americana che mi piace molto, Lie to me e, come questa tante altre, di anni ne ha fatti quarantotto”.
Breve pausa per poi riprendere “Noi di anni ne abbiamo totalizzati trentaquattro, grazie anche a chi ha creduto a questo prodotto, grazie alla Rai, e grazie anche a noi che non abbiamo mai abbassato la guardia, lavorandoci come fossero trentaquattro film e non, sbagliando, pensandola come una serie televisiva, un qualcosa cioè, che si può fare più velocemente perché tanto la cura del dettaglio non vale…”.
“Vorrei ora ricordare – riprende Zingaretti – Marcello Perracchio. I primi tempi non gli piacevo, ma poi abbiamo rotto il ghiaccio e siamo diventati grandi amici. Quando stavamo in Sicilia siamo stati molto insieme e ci siamo sempre divertiti tutti quanti.
Purtroppo, stare molti anni insieme, vuol dire anche che qualcuno te lo perdi per strada. Questo qualcuno, questa volta è stato Marcello. Siamo andati parecchie volte a trovarlo a casa e, quando se n’è andato, abbiamo provato un grande vuoto dentro. Con mia grande sorpresa ho scoperto che ha lasciato anche un gran senso di vuoto negli spettatori. E sono molto contento che la nostra idea di celebrarlo in scena sia stata accolta da tutti, a cominciare dalla Rai. Si può sostituire James Bond, ma non si può farlo con un attore comico, perché un ruolo comico si nutre di quel particolare interprete. Sono convinto che il pubblico televisivo celebrerà con noi quest’addio a Marcello Perracchio”.
Mariangiola Castrovilli