E’ esposto fino al 30 giugno 2019 alle Gallerie Nazionali d’Arte Antica-Galleria Corsini, il famoso dipinto di Giorgio Vasari Il Cristo Portacroce realizzato a Roma nel 1553 per il banchiere Bindo Altoviti che aveva lasciato Firenze per contrasti con Cosimo I de’ Medici. Si pensava perduto mentre è stato ritrovato da Carlo Falciani, esperto del Vasari.
Grazie alla generosità di coloro che l’hanno acquistato all’asta di Hartford negli Stati Uniti, questa tavola può essere esposta alla Galleria Corsini per la prima volta in Italia. La sua storia parte dal Seicento periodo nel quale era di proprietà dei Savoia e si credeva scomparsa. Solo recentemente comparsa a un’asta di Hartford è stata riconosciuta da Carlo Falciani esperto del Vasari che l’ha collegata a quella citata dall’autore nel suo Libro delle Ricordanze.
La tavola è afferita al periodo della produzione dell’artista aretino come uno degli ultimi dipinti creati a Roma prima del suo rientro a Firenze chiamato da Cosimo I. Bindo Altoviti banchiere rinascimentale illuminato non si occupava solo di finanza, ma era un collezionista di vaglia e ospitò nella sua casa di Roma, Giorgio Vasari. Bindo Altoviti fece dipingere dal Vasari anche la pala dell’Immacolata Concezione della Chiesa di Ognissanti di Firenze nel 1540-41.
Nel Palazzo romano degli Altoviti, Vasari affrescò anche la loggia con il Trionfo di Cesare, unica decorazione sopravvissuta alla distruzione del palazzo nel 1888 e dal 1929 posta nel Museo di Palazzo Venezia. Nel libro delle Rimembranze si trova segnato” “Ricordo come il XX di maggio 1553 Messer Bindo Altoviti ebbe un quadro di braccia uno e mezzo dentrovi una figura dal mezzo su grande, un Cristo che portava la Croce che valeva scudi quindici d’oro”.
Bindo Altoviti (1491-1556), valido collezionista tanto fu amato da Michelangelo che gli regalò uno dei cartoni della volta della Sistina e ritratto da Raffaello, Benvenuto Cellini, Francesco Salviati e Jacopino del Conte. Il suo Palazzo romano nei pressi di Castel Sant’Angelo era riccamente arredato; transfuga a Roma in quanto Cosimo I lo aveva condannato poiché faceva parte di una fazione antimedicea. Quest’esposizione è un momento unico per poter osservare quest’opera e capire la maniera di lavorare di Giorgio Vasari e i caratteri del suo modo di operare. Un catalogo edito da Officina Libraria a cura di Barbara Angeli e Carlo Falconi è realizzato, come la mostra, grazie al supporto di Benappi Fine Art. Il dipinto è stato restaurato presso lo Studio Daniele Rossi di Firenze.
Emilia Dodi