Le Signorine: una Napoli tra comicità e dramma familiare

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Al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, fino al 10 febbraio, la divertente commedia di Gianni Clementi, Le Signorine, che vede protagoniste Isa Danieli e Giuliana De Sio. La regia è firmata da Pierpaolo Sepe

 

Al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, fino al 10 febbraio, è in scena la divertente commedia di Gianni Clementi, Le Signorine, che vede protagoniste Isa Danieli e Giuliana De Sio.

 

 

La trama. Rosaria e Addolorata sono due sorelle poliomielitiche, zitelle e con vent’anni di differenza. Gestiscono da anni una merceria al centro di Napoli e vivono insieme. Rosaria, la più grande, è ossessionata dai risparmi, dai soldi, dal fare economie, mentre Addolorata trascorre le sue giornate davanti alla televisione fra telenovele e cartomanti. Nei battibecchi giornalieri, quasi tutti legati ai soldi, è sempre Rosaria ad avere la meglio, ma le cose cambieranno a causa di un improvvisa malattia (Rosaria avrà un ictus che la terrà paralizzata sulla sedia a rotelle), che ribalterà gli equilibri tra le due sorelle.

La trasposizione in napoletano del testo di Gianni Clementi (il testo in origine s’intitolava Sugo finto ed era interpretato da Paola Tiziana Cruciani e Alessandra Costanzo, in romano), è divertentissimo, ma non manca una vena di malinconia e di tragicità. La regia di Pierpaolo Sepe esalta questa duplice natura del testo, riuscendo a tenere sempre viva l’attenzione del pubblico, con ritmi serrati ed efficaci salti temporali.

Isa Danieli (Rosaria) e Giuliana De Sio (Addolorata) sono accomunate per aver interpretato testi di Annibale Ruccello, prematuramente scomparso anni fa. Vedendo Rosaria urlare nei confronti di Addolorata è difficile non pensare a Donna Clotilde di Isa Danieli (nello spettacolo Ferdinando), che inveisce contro Gesualdina, mentre nella Addolorata della De Sio si avverte più di una traccia della Adriana di Notturno di donna con ospiti. Anche nella traduzione del testo di Gianni Clementi si avverte una chiara influenza di Ruccello, soprattutto nella scelta di un linguaggio verace. Anche la scena, ideata da Carmelo Giammello, fa pensare ad un interno ruccelliano, interno che potrebbe andar bene per Le cinque rose di Jennifer o per Weekend. Ma la chiara influenza di Ruccello non impedisce a Le Signorine di essere uno spettacolo con una propria spiccata identità e con caratteristiche che, pur facendo riferimento alla tradizione, ne fanno qualcosa di completamente nuovo.

Le prove di attrici delle due donne sono magistrali. La loro verve comica non trascende mai nella caricatura ed ambedue incarnano perfettamente i caratteri e le nevrosi delle due “signorine”: più arcigna, cattiva appare Rosaria, spilorcia, attaccata ai soldi, avara, pronta a risparmiare su tutto, più sognatrice Addolorata, sottomessa in attesa di una rivalsa che non la renderà felice. Diverte la veracità dei loro litigi, così come commuovono i momenti dove le due sorelle ritrovano quell’affetto che le lega e che le legherà per sempre, perché “nessuno ti potrà mai capire meglio di tua sorella”. Delizioso il cameo di Sergio Rubini, che dà voce, dal televisore, al cartomante.

Sicuramente una commedia imperdibile. Le Signorine è una pièce che sa sfruttare abilmente la comicità che si cela dietro al tragico quotidiano, soprattutto grazie a due formidabili attrici del nostro teatro, che trasformano i litigi e le miserie delle due sorelle, in occasioni continue di gag e di risate.

Giancarlo Leone         

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