Martufello, alias Fabrizio Maturani, il ‘comico burino’ come lui stesso si definisce, è uno di quelli che è riuscito a far diventare un luogo comune il suo segno di riconoscimento. Sezzese purosangue si è costruito un suo personaggio iniziando da giovanissimo ad esibirsi nelle feste di piazza da lui molto amate, finché fu presentato a Pier Francesco Pingitore che lo invitò nella Compagnia del Bagaglino. Da allora, la sua seconda casa è il Salone Margherita. Fino al 3 febbraio, è in scena con lo spettacolo di Pingitore, Femmina, che lo vede ottimo presentatore ma anche comico. Visum l’ha intervistato.
“Pingitore l’ha scritto per me, sono un vero ‘femminaro’. Scherzo. Devo dire che questo ultimo spettacolo è uno dei più belli che Pingitore ha scritto. E’ cambiato anche il mio ruolo – spiega a Visum – non racconto più barzellette, ma qui sono conduttore. Racconto con piacere la storia di donne che hanno fatto e fanno la storia, donne della letteratura, eroine, attrici, cantanti, cortigiane d’epoca. Si parte da Eva, la vera prima donna, per poi trovarsi a confronto con Mata Hari, Greta Garbo, Lucrezia Borgia, via via fino ad arrivare ad Asia Argento, Barbara D’Urso, Gina Lollobrigida”.
“C’è meno satira politica. Già dall’anno scorso Pingitore ha pensato di fare dei cambiamenti. Qualcosa di politica – commenta – è rimasto e come non potrebbe: la Merkel, Salvini, Di Maio, la Meloni. Ma si è voluto dare un taglio diverso a tutto: le canzoni sono parte integrante, rappresentano la grande novità con Manuela Villa, grazie anche all’orchestra che sul palco suona dal vivo. Tanti personaggi, uno spettacolo ricco e fastoso”.
“I ricordi sono tantissimi, ma tutti belli. Sono partito da un paese, senza un titolo di studio, ma con la voglia di fare l’attore, il comico. Arrivato a Roma ho conosciuto subito Pingitore e poi tutta la Compagnia del Bagaglino. Questo locale rappresenta tutto: il successo, i soldi, la carriera, ben 38 anni passati lì, di cui 23 televisivi, è la mia seconda casa, ho passato più tempo in questo teatro che a casa mia”.
“Le ricordo tutte, ma proprio tutte con molto piacere: fra tutte comunque ricordo affettuosamente Pamela Prati, che ha fatto lo spettacolo dell’anno scorso, semplicemente perché con lei c’è stato un rapporto più confidenziale, amichevole rispetto alle altre”.
“E’ quando incontro ragazzi e uomini di 30, 40 e 50 anni che mi dicono: ‘Sono cresciuto con te, guardandoti in tv’. Questo è il complimento più bello che possa ricevere, dopo tanti anni di Bagaglino”.
Ha ancora il classico sogno nel cassetto?
“Il mio sogno nel cassetto è lavorare sempre. Solo lavorando puoi realizzare i tuoi sogni e poi aprire un altro cassetto se hai un altro sogno. Perché se non lavori è inutile che apri cassetti”.
A chi deve dire grazie?
“Ai due autori della mia vita, Castellacci e Pingitore e a mio padre che mi ha sempre sostenuto nelle mie scelte. Lui ha subito capito che non ero tagliato per fare il contadino, il manovale. Mi ha sempre detto ‘Tu sei nato per fare il macchiettista’, perché allora non si parlava di cabarettista”.
“Fino al 3 febbraio sarò in scena con questo spettacolo, Femmina, poi penserò di portare il mio ‘one man show’ nelle feste di piazza, nelle sagre, che a me piacciono moltissimo, forse perché mi ricordano il mio passato, quando così iniziai la mia carriera. Poi ogni tanto porterò in giro, quando mi va di farla, la divertente commedia, scritta e diretta da Pier Francesco Pingitore, Da Verdi…al verde, in cui io racconto la storia d’Italia da Garibaldi a Grillo, da Cavour ad Andreotti, fino all’attualità”.
Giancarlo Leone