Alle Gallerie Nazionali Palazzo Barberini di Roma c’è una mostra incentrata su Gregorio e Mattia Preti dal titolo “Il Trionfo dei Sensi Nuovo sguardo su Mattia e Gregorio Preti” che gira attorno all’opera dipinta a due mani dei fratelli calabresi dal medesimo titolo. La mostra che è curata da Alessandro Cosma e Yuri Primarosa sarà visibile fino al 16 giugno 2019. Catalogo De Luca Editori d’Arte.
Quest’esposizione che gira attorno all’opera dipinta a due mani dai fratelli Gregorio e Mattia Preti quando il secondo si trasferì a Roma nella bottega di Gregorio, conta altre undici opere sempre con uno sguardo su entrambi e in particolare su Mattia divenuto più celebre perché aveva compreso le istanze caravaggesche nonché quelle del barocco romano.
La monumentale opera “L’Allegoria dei cinque sensi” del 1642-1646 olio su tela che misura ben cm.200 x396, non era stata fin’ora visibile al pubblico perché conservata presso il Circolo delle Forze Armate e bisognosa di mantenimento, restauro che è stato effettuato da Giuseppe Mantella specialista restauratore delle opere del periodo, grazie al contributo della Studio Legale Dentons.
Realizzata a due mani da Gregorio e Mattia negli anni ’40 del Seicento risulta presente nel 1686 nella Collezione di Maffeo Barberini junior ed è un quadro che contiene diversi ritratti dove c’è “chi suona, chi canta, chi gioca, chi beve, chi gabba il compagno”, con una narrazione che mostra la complessità del dipinto e che nel ‘600 era molto in voga, divisa in gruppi, per caratterizzare l’allegoria dei cinque sensi.
Tre le undici opere esposte oltre a questa ci sono quelle eseguite solo da Gregorio e quelle molto più attuali di Mattia che non dimenticando il metodo caravaggesco ha in sé già i nuovi sviluppi dell’arte guercinesca e lanfranchiana. Per unire le opere dello stesso tipo dipinte sempre a 4 mani, dall’Accademia Albertina di Torino proviene il “Concerto con scena di buona ventura” anch’esso monumentale olio su tela di cm.195×285 dipinto nel 1830-1635.
Altre opere in mostra dei due fratelli, sono “Pilato che si lava le mani” del 1640 ca. di Palazzo Pallavicini Rospigliosi olio su tela e “Cristo guarisce l’idropico” del 1630 ca. di collezione privata milanese. Inoltre sono presenti dipinti inediti di Mattia dei primi anni di lavoro a Roma come “Cristo e la Cananea” che grazie a documenti di può datare al 1646-47 ed è il primo che ha una data certa, consentendo così una cronologia delle sue opere. Per la prima volta ci sarà anche “L’Archimede” proveniente da Varese e la bella “Testa di Bambina” dove è notevole la luce caravaggesca, ritrovata nei depositi della Galleria Corsini. Particolarmente interessanti i pannelli di sala perché permettono di osservare le varie fasi raggiunte dai due fratelli anche senza la possibilità di partecipare al ciclo di conferenze su Mattia e Gregorio Preti che accompagnano l’esposizione in varie date.
Emilia Dodi