A Vercelli nella ex chiesa di San Marco si può vedere dal 26 marzo al 9 giugno 2019 una mostra del lascito che il Cardinale Guala Bicchieri ha fatto, che coinvolgono altri luoghi: il Museo Francesco Borgogna, Museo Camillo Leone, Museo del Tesoro del Duomo, Società Storica Vercellese e Archivio di Stato di Vercelli.
E’ una mostra che unisce arte e storia. In occasione dell’VIII° centenario dell’Abbazia di Sant’Andrea con il supporto del Comune di Vercelli e in collaborazione con l’Arcidiocesi di Vercelli, Università del Piemonte Orientale e Comitato per le celebrazioni con il supporto della Fondazione Torino Musei, Associazione Abbonamento Musei e ATR Valsesia Vercelli, viene presentato per la prima volta in Italia il manoscritto della Magna Charta Libertatum del 1217 proveniente dal Capitolo della Cattedrale di Hereford in Inghilterra.
L’esposizione è un omaggio al Cardinale Gala Bicchieri che posò la prima pietra dell’Abbazia di Sant’Andrea nella supposta data del 19 febbraio 1219, chiesa che fu la prima costruzione gotica in Italia. Inoltre celebra anche il lavoro diplomatico del Cardinale soprattutto per la vicenda della Magna Charta Libertatum, scritta in latino che il re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto a concedere ai baroni del Regno Unito, inerente i feudatari, presso Runnymede nel giugno 1215.
Questo è il primo documento giuridico nella storia che elenca i diritti fondamentali del popolo e riconosce che nessuno, anche sovrano è superiore alla legge e che ognuno ha diritto a un giusto processo. La Magna Charta è ricordata come il primo documento universale per i diritti del popolo, nonostante fosse stato proclamata in un periodo di tipo feudale ed è anche il manoscritto che sancisce il moderno stato di diritto come forma moderna democratica.
Guala Bicchieri, legato pontificio e tutore del giovane re Enrico III supervisionò il documento e pose il proprio sigillo sullo stesso, sia nella versione revisionata del 1216, che in quella riconfermata del 1217, che è esposta. Le sue doti diplomatiche furono necessarie perché la seconda versione fosse più accettata. L’importanza delle missioni affidatagli dal Papa non fece dimenticare al cardinale la sua città di nascita, cioè Vercelli, e con le sue sostanze fu realizzata l’Abbazia di Sant’Andrea.
Oltre a questo importante documento, nei vari luoghi si potranno ammirare quanto lasciato in eredità; così si possono osservare anche il prezioso cofanetto e gli smalti di Limoges di Palazzo Madama di Torino, e molti documenti inediti con codici, carte e pergamene della Biblioteca diocesana Agnesiana di Vercelli, oltre alla pergamena e i due codici detti “dei Biscioni” della Biblioteca Civica di Vercelli, nonché il coltello eucaristico prestato dalla Civita Raccolta di Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano. Come detto è una mostra che coinvolge tutta la città ed è curata per i vari luoghi da Cinzia Lacchia, Luca Brusotto, Timmy Leonardi e Elena Rizzo.
Anna Camia