Donne e motori è il vangelo secondo Michele, meccanico di giorno e maschio alfa nel tempo libero quando si trasforma: parrucchino biondo da piacione, al polso un Rolex (finto), occhiali da sole e macchine extralusso che prende in ‘prestito’ dai clienti del garage dove lavora. Per la sua prima uscita ‘in solitaria’ Aldo Baglio (il siciliano del trio con Giovanni e Giacomo) sceglie una commedia “Scappo a casa” con risvolti sociali.
Superficiale, vanesio, razzista, Michele si riempie la bocca di luoghi comuni spargendo indifferenza e intolleranza verso tutti soprattutto quelli malati di ‘negritudine’. Politicamente scorretto e orgoglioso di esserlo, per un caso fortunato viene mandato a Budapest, patria (secondo lui) del sesso libero. Dopo una serata di musica, belle signore e alcool è aggredito da due spacciatori e derubato dei documenti.
Scambiato per un irregolare tunisino (fallisce anche uno spassoso riconoscimento vocale che doveva identificarlo come italiano) Michele viene messo in un centro di accoglienza dal quale fugge insieme ad alcuni immigrati clandestini che cercano di raggiungere l’Italia. Qui comincia un viaggio attraverso gli Stati (dalla Bulgaria, alla Slovenia fino all’Italia) e le coscienze.
“Prendiamo un uomo qualunque – dice Aldo – e facciamogli vivere il suo peggior incubo” condividere la sorte di neri, immigrati, poveri diavoli alla ricerca di un futuro “ma non è una storia sull’immigrazione, è un tema troppo grande e delicato perché io possa occuparmene degnamente. È la storia di un uomo superficiale – prosegue l’attore (che firma soggetto e sceneggiatura con Valerio Bariletti e Morgan Bertacca)- che scopre come guardare oltre le proprie paure e resistenze. Non so se diventa un uomo migliore, credo diventi un uomo più felice.”
Compagni di disavventure sono Mugambi e Babelle (gli attori Jacky Ido – Bastardi senza gloria – efficace spalla per il comico siciliano e Fatou N’Diaye) che con un vissuto difficile non sono (anche loro) privi di pregiudizi e di una forma di razzismo che si scontra con quella di Michele e con il destino, che si accanisce sui fuggiaschi creando situazioni tragicomiche sottolineate dall’efficace mimica di Aldo.
“Il film è tutto sulle sue spalle –dice il regista Enrico Lando – che interpreta questo personaggio dal carattere complesso, a volte sbruffone e donnaiolo, a volte fragile fino alla tenerezza.
Aldo ha saputo dare a Michele quell’umanità che era il tratto caratteristico e meraviglioso dei grandi attori della commedia italiana del passato”.
Accompagnato dalle musiche di Fabrizio Mancinelli (che ha diretto la colonna sonora di Kris Bowers per il film Green Book premio Oscar 2019) “Scappo a casa” regala agli spettatori 90minuti di risate (imperdibile la poliziotta di frontiera Ursula di Donatella Finocchiaro) tutt’altro che banali, e un finale non moraleggiante. Piacevole il gioco delle citazioni più o meno esplicite, da Tre uomini e una gamba omaggio al trio (che si riunirà a breve per il prossimo film), alla ‘scena del balcone’ di Suburra fino allo spaghetti western di Sergio Leone de Il Buono, il brutto e il cattivo con il grido finale di Eli Wallach che, come quello di Aldo, si perde nella musica.
Ludovica Mariani