Il celebre programma di Rai3, ideato da Enrico Ghezzi, festeggia il prossimo 17 aprile il suo trentesimo compleanno.
“Blob ha un pregio enorme: è un antidoto a sé stesso. Trent’anni vissuti spregiudicamente”. Enrico Ghezzi, ideatore e storico del programma cult di Rai3, ha sintetizzato così, nel corso della conferenza stampa di presentazione a Viale Mazzini, il senso di un anniversario importante: il 17 aprile il suo programma, Blob, per l’appunto, compie 30 anni, superando il traguardo delle 9268 puntate, di cui 1000 monografiche. Ora si autocelebra con 5 appuntamenti. Ed ha aggiunto: “Comunichiamo con immagini che durano pochi secondi, non c’è codice tempo ma codice spazio in racconti onirici, un’immagine psicotica”.
Venti minuti di “surrogato televisivo”: la tv smontata, rimontata e messa a nudo attraverso il montaggio per svelare cosa il video e i suoi protagonisti di tutti o giorni ci dicono. Blob è indubbiamente una delle trasmissioni che hanno rivoluzionato la storia della televisione, ricordata con l’attuale direttore di Rai3, Stefano Coletta, con il direttore di allora Angelo Guglielmi e poi altri protagonisti ed amici presenti alla conferenza come Franca Leosini, Alba Parietti, Sandra Milo, Furio Colombo, Fulvio Abbate, Maurizio Mannoni e Pino Strabioli.
Blob ha rappresentato una pietra miliare nella programmazione di Rai3, raccontando, giorno per giorno, l’Italia, il cambiamento delle mode e dei costumi, la politica, la società, la musica, il grande o piccolo schermo. Non esiste fatto o evento che non sia stato affrontato da Blob nella particolare chiave di lettura caratteristica della trasmissione.
L’attuale direttore di Rai3, Stefano Coletta, ha detto: “Ci siamo tutti nutriti di questa materia, un flusso che ricicla materia esistente e la offre in modo soggettivo”. L’ex capostruttura di quegli anni Bruno Voglino ha detto che “Blob è per definizione il doppio: ha l’ambiguità delle opere d’arte, a seconda di come lo recepisci”. L’ex direttore Angelo Guglielmi, che lo scorso 2 aprile ha compiuto 90 anni ha aggiunto: “La parola Blob è stata trasferita in letteratura e nel giornalismo. Blob nacque da un pretesto, ma è diventato immortale, un flusso ininterrotto di immagini. E’ diventato un modo di dire, di comportarsi, Blob è la tv ma anche l’oltraggio alla televisione. Blob ci prende in giro, ma ha la malizia degli dei di farci sorridere come una barzelletta, ognuno di noi è nel mirino del suo giudizio, non ci lascia mai in pace. E’ anarchia totale”.
Enrico Ghezzi ha aggiunto – leggendo un passaggio tratto da un racconto di Kafka sul desiderio di diventate pellirossa – “Tutte le immagini meritano un rispetto. Il pellerossa che vuole diventare pellerossa, l’immagine che vuole diventare immagine, in questi secondi quello che si sgretola mentre si istalla il desiderio, è di tutto. Mentre si istalla, inizia a dissolversi”.
Mercoledì 17 aprile verranno riproposti 10 clip per tutta la giornata, giovedì 13 giugno alle ore 23.20. E ancora durante l’estate, quando saranno riproposti spezzoni del programma e 6 notti di Fuori orario.
Come dicevamo, presenti molti ospiti. Alba Parietti, ad esempio, ha ringraziato Blob perché grazie alla trasmissione lei esiste.
“Blob è un capolavoro di psicopatia nella dimensione della nostra vita quotidiana. Sono stata oggetto di riciclo da parte di Blob e mi ci ritrovo a mio agio perché sono chiamata donna di plastica. Come dice Guglielmi l’unico modo di fare cultura in televisione è non farla”. Franca Leosini ha dichiarato che: “Blob fa parte della storia del Paese: unisce ironia, fantasia e sberleffo. Io sono una creatura di Guglielmi”. Sandra Milo ha confessato che: “Io sono stata una delle vittime di Blob” – ricordate lei che lascia lo studio dopo una telefonata urlando il nome di Ciro, suo figlio? – All’epoca me la prendevo tantissimo, poi ho capito che era un’invenzione, una rivoluzione, un modo di raccontare la vita e la realtà in maniera diversa”.
Furio Colombo: “Guardavo Blob dagli Stati Uniti. Mi divertivo per una situazione reale da cui ero distante. Mi divertivo fino a quando sono comparso io. Una sorta di esperimento scientifico”.
Giancarlo Leone