Il FAI Fondo Ambiente Italiano presenta nella sede di Villa Necchi Campigli a Milano un’esposizione incentrata sulle opere di de Pisis fino al 15 settembre 2019. Questa mostra presenta per la prima volta la collezione che Fossati Bellini ha raccolto nella casa romana. E’ curata da Paolo Campigli e Roberto Duilio con catalogo Skira.
Quest’esposizione prende l’avvio dall’opera di Filippo de Pisis “La Tinca” del 1928 custodita a Villa Necchi Campigli donata da Claudia Gian Ferrari al FAI. L’idea è nata per voler raccogliere in un solo luogo la Collezione Fossati Bellini andata dispersa alla morte di questi e tutta dedicata a de Pisis e agli artisti che amava come Savinio, Rosai e de Witt.
Tutto questo è stato possibile grazie ai materiali d’archivio e di documentazione dell’appartamento che Fossati Bellini aveva a Roma dopo il suo trasferimento da Firenze. La mostra celebra il rastrellamento avvenuto 75 anni fa dove Fossati Bellini fu coinvolto. Benchè scarcerato probabilmente poiché abitava a Palazzo Tittoni in via Rasella e parlava correntemente tedesco, avendo studiato ingegneria in Germania, poiché non aveva avuto nulla a che fare con l’attentato, ne rimase così colpito da morirne.
L’impressione dei visitatori della mostra sarà quella di entrare per la prima volta nella Stanza di de Pisis ricreata come un volume chiuso, in cui le gigantografie delle immagini storiche alcune andate perdute, rievocano l’atmosfera originale. Il FAI ha deciso di “studiare e valorizzare l’attività di pittori e scultori già presenti in Villa Necchi con una o più opere partendo da queste per creare nuovi percorsi di approfondimento, sempre nel solco dello “spirito del luogo”.
La stanza riunisce 22 dipinti realizzati tra il 1916 e il 1941, sedici dell’artista ferrarese, tre di Antony de Witt, uno di Ottone Rosai e due di Alberto Savinio, artista che ha sempre dipinto creando opere metafisiche dove non manca l’ironia, che in origine erano tutti esposti nella medesima stanza creata appositamente. Di Filippo de Pisis sono esposte in permanenza in Villa Necchi ben sei opere: La Tinca del 1928, Le scarpette rosse del 1930, Tre ostriche sull’impiantino del 1932, Natura morta con lepre del 1942, tutte donate da Claudia Gianferrari, un acquarello Fiori del 1947appartenente a Nedda Necchi e Ritratto di giovane del 1929 proveniente da una donazione privata.
Inoltre ci sono le opere che l’artista ha creato a Londra nel 1935 dove soggiornò alcuni mesi, in gran parte acquisite dal collezionista al ritorno di de Pisis da Parigi, nonchè le tele che l’artista ha dipinto quando era ospite a Roma da Fossati Bellani. Anche se la Collezione di questi non risulta completa, le gigantografie saranno di corredo onde ricomporre La Stanza di De Pisis.
L’esposizione ha il patrocinio della Regione Lombardia, Comune di Milano, Cattedra Unesco del Politecnico di Milano e Associazione per Filippo de Pisis.
Anna Camia