Lo spietato con Riccardo Scamarcio

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Riccardo Scamarcio è Lo Spietato su Netflix dal 19 aprile, uno dei film italiani più interessanti del momento.

Santo Russo (Riccardo Scamarcio) calabrese di nascita si trova, appena adolescente, trapiantato a Buccinasco nel milanese dopo che il padre, affiliato della ‘ndrangheta è caduto in disgrazia e ha dovuto cambiare aria.

 

Ora conduce una vita modesta con pochi soldi e ancor meno prospettive. Tutto questo va stretto al giovane Santo che, dopo essere finito ingiustamente a scontare un periodo di detenzione nel carcere minorile esce determinato a scalare i vertici della criminalità locale. Tratto dal romanzo Manager Calibro 9, (che racconta la vita del superpentito Saverio Morabito), Lo Spietato è un film diretto da Renato De Maria e interpretato da Riccardo Scamarcio, Sara Serraiocco, Marie-Ange Casta (sorella della più nota Laetitia), Alessio Praticò, Ignazio Oliva e Alessandro Tedeschi.

La scuola del carcere funziona e Santo, una volta fuori diventa in breve tempo un potente uomo d’affari. Stringe patti, crea relazioni spianandosi la strada a colpi di pistola con rapine, omicidi, ricatti, traffico di droga e tutto quello che si può vendere o comprare, illegalmente o meno. L’irresistibile ascesa professionale segue in parallelo la vita sentimentale di Santo che si divide tra la moglie Mariangela (Sara Serraiocco) cattolica osservante, quasi bigotta e l’amante francese Annabelle (Marie-Ange Casta), elegante e trasgressiva.

Tre decenni che vedono la parabola d’ascesa fino alla sua disfatta di un criminale in quella Milano da bere popolata da personaggi coloriti con il protagonista che racconta con la voce fuori campo successi e sconfitte, miracoli (omicidi) e umiliazioni, con un ritmo serrato e una colonna sonora d’epoca (Come prima più di prima dalla voce di Tony Dallara, Stella Stai di Umberto Tozzi, Self Control di Raf) che fa de Lo Spietato uno tra i più interessanti film italiani del momento.

Due anni di lavoro sulla sceneggiatura che parte dalla cronaca giudiziaria narrata dal libro per diventare un vero omaggio al noir – poliziottesco dichiarato dal regista Renato De Maria. “Santo Russo nasce dentro il cinema anche se sono partito da una storia vera e l’ho riscritta attingendo alle mie passioni cinematografiche. È un racconto sociale dell’inurbamento della ‘ndrangheta nella Milano degli anni ’70 – ’80. I registi, si sa non copiano, però rubano – dice sorridendo – e l’ispirazione per Lo Spietato l’ho presa dalla trilogia del milieu di Fernando Di Leo già genialmente saccheggiata da Tarantino, ma c’è anche Il Padrino di Coppola e naturalmente Scerbanenco. È il film che aspettavo di fare da tutta la vita!”.

E il ruolo di Santo sembra fatto apposta per Riccardo Scamarcio che è particolarmente efficace nella tagliente ironia con la quale si racconta nella sua vita al massimo e che corre alla velocità della luce, anzi a quella della raffica dei mitra. “Lo Spietato – dice l’attore – è una gangster comedy come Goodfellas (il film del 1990 di Martin Scorsese), Sante ricorda alcuni figuri che giravano ad Andria (città pugliese dove ha vissuto l’attore ndr) in quegli anni con Ferrari e orologi d’oro, dicevano di fare gli imprenditori ma certo facevi fatica a credergli. È un superprotagonista divertente da fare con molto spazio nel film. Dalla conquista dei soldi e del potere fino a quando perderà tutto. Renato (De Maria) mi ha lasciato libero di proporre – continua Scamarcio – e osare”, anche al volante della Lamborghini che l’attore ha guidato negli inseguimenti e testacoda.

Ludovica Mariani

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