Il palcoscenico del Teatro Ghione ha ospitato fino al 31 marzo un divertente lavoro di Roberta Skerl dal non tanto misterioso titolo di “Que serà” al quale la regia di Paolo Triestino, che è anche uno dei tre personaggi in scena insieme ad Edy Angelillo e Giancarlo Ratti, riesce ad imprimere anche una caratteristica che induce a forti motivi di riflessione intorno al tema dell’amicizia.
Filippo, Giovanni e Ninni sono tre amici da sempre, dichiaratamente “per sempre“ e una loro rimpatriata in di allegria, all’interno di uno stilizzato giardino che induce alla massima serenità di espressione, alla cordialità, si trasforma d’un tratto, per un imponderabile fatto, forse prevedibile, in motivo di tensione all’interno dell’animo dei tre: le belle note musicali che accompagnano la cena d’un tratto non bastano più a rendere “piacevole” la serata perché uno dei tre, nel riflettere intorno al tema dell’amicizia, da la stura a confessioni che avrebbero dovuto restare nella cassaforte di quella sempiterna amicizia.
E’ da questo momento in poi che la recitazione, da allegra e spensierata che era, si trasforma in argomento di “delusione”, di riflessione, perché colui che ha organizzato la serata, Filippo, (Paolo Triestino, molto pregnante) inizia a confessare le sue delusioni e Giovanni (Giancarlo Ratti), che è ricco, possiede una barca, una casa accogliente fa emergere da dentro di se i suoi motivi di grande insoddisfazione per la sua situazione familiare.
All’appello manca ancora Ninni (una brava ed esuberante Edy Angelillo), donna dal carattere esuberante, ma piena di frustrazioni a causa della madre malata che deve accudire da sola, perché il fratello non ne vuol proprio sentire di darle una mano; inizia anch’essa a sfogarsi con gli amici ed a questo punto ha inizio una serie di confessioni, di riflessioni che sullo sfondo della canzone di Chico Buarque de Hollanda, dal titolo omonimo del gradevolissimo spettacolo, riescono ad assumere toni pressoché drammatici, ma che hanno il merito di evidenziare il carattere salvifico di quel meraviglioso sentimento umano che é l’amicizia.
Lo spettacolo si è avvalso della ottima regia di Paolo Triestino e del grande potere di sintonia tra i tre personaggi, tra i quali è apparso evidente tutta la voglia, di porre in risalto, anche attraverso l’immaginazione, quanto nei momenti più tristi l’amicizia possa configurarsi come un ottimo corroborante alla tristezza.
Andrea Gentili