Venezia in occasione della 58° Biennale Internazionale d’Arte accoglie a Palazzo Ferri Fini una grande retrospettiva di opere di Alberto Biasi dal titolo ”Alberto Biasi Tra realtà e Immaginazione”. E’ esposta dal 8 maggio al 18 luglio 2019 una selezione di opere che mostrano una sintesi di tutta la sua carriera fino ad oggi. Catalogo bilingue con testo critico di Sergio Lemoine.
Dopo la bella mostra al MARCA di Catanzaro che celebrava questo grande artista dell’Arte cinetica e programmata, ora a Venezia c’è una retrospettiva promossa dal Consiglio Regionale del Veneto in collaborazione con l’Archivio Alberto Biasi e la Fondazione Alberto Peruzzo.
Alberto Biasi è un artista del secondo Novecento notissimo anche all’Estero tanto che le sue opere sono al MoMa di New YorK e in molti musei dell’America Latina, nonché in grandi collezioni private. Poiché l’artista si è espresso per cicli nelle sale di Palazzo Ferri Fini sono esposte le opere storiche, nonché una selezione di grandi opere recenti che appartengono a vari cicli produttivi del Maestro. Si parla di Torsioni, Ottiche cinetiche, Politipi, e Uniche Tele.
Torsioni sono lavori per lo più bicromatici impiegando forme geometriche classiche tramite strisce in PVC che creano effetti cangianti a seconda della visione di chi le ammira. Ottico cinetiche sono realizzazioni della ricerca di Biasi che mediante la scienza antica dell’ottica, creano un dinamismo percettivo e emotivo in chi le osserva. Politipi sono lavori creati tra il 1960 e la fine del 1990 che si caratterizzano per la sovrapposizione di più piani e dall’intreccio multiplo di listelli. Uniche Tele sono invece lavori recenti costituiti dalla particolare lavorazione. Sono opere dipinte sul retro delle tele che solamente mediante il taglio e alla torsione di queste permettono al disegno sottostante di divenire visibile.
Questi cicli che appartengono alla continua ricerca artistica di Biasi sono sempre rimodellati e rinnovati. Come sempre Biasi presenta alcune tematiche che si riferiscono al continuo confronto tra l’opera d’arte e l’ambiente come la mancanza di rigidità nell’opera che spesso supera i confini della tela oltre il muro della cornice. Quindi la sua creazione porta alla sensibilità ed è un ponte tra il mondo occidentale e la fluidità di quello orientale che stimolando chi lo osserva fa avere un rapporto dinamico e non statico, portandolo sempre a cercare nuove connessioni.
In effetti la ricerca dell’artista è quella di indagare sempre gli effetti e le illusioni ottiche per creare il movimento partendo dalla staticità del supporto, con materiali tradizionali come la pittura e non il PVC che ha portato l’artista alla creazione di opere di differente tipo. Inoltre sempre a Venezia fino al 7 giugno 2019 alla Scuola Grande della Misericordia è visibile anche un’altra mostra dal titolo “Alberto Biasi La materia della Visione 1959-2019” cura da Marco Meneguzzo che ha curato quella al MARCA di Catanzaro.
Savina Fermi