Alla GAMeC di Bergamo Palazzo della Ragione è in atto la mostra di Jenny Holzer che è un gradito ritorno in Italia di questa notissima artista di respiro internazionale. Resterà aperta fino al 1 settembre 2019.
La mostra di Jenny Holzer “Tutta la verità” curata da Lorenzo Giusti direttore della GAMEC, è un gradito ritorno in Italia dell’artista nota internazionalmente. La sua arte si manifesta attraverso la parola scritta che è una riflessione critica di comunicazione creativa.
Negli anni ’70 del Novecento l’artista aveva iniziato la sua scrittura con i suoi Truism su muri, magliettine, confezioni di profilattici, eccetera ed erano aforismi e massime note, scandalizzando i puristi dell’arte.
In seguito molte altre serie con versi e parole altrui come segni elettronici, panchine di pietra e superfici luminose che erano certamente al di fuori di tutti gli schemi e ora sono invece accettati e ammirati da tutti.
I versi che la Holzer scrive su suoi lavori parlano di violenza, oppressione, sessualità, potere, guerre e morte. La moderna comunicazione diventa nella sua creazione uno strumento per affrontare questioni politiche e sociali.
La rapidità dei suoi messaggi è un’arma contro la manipolazione della realtà che ogni giorno i media, le agenzie governative e la pubblicità che giunge rende banale il linguaggio.
Quest’esposizione fa seguito alla grande mostra che l’artista ha avuto come retrospettiva al Museo Guggenheim di Bilbao che si è aperta due mesi fa. “Tutta la verità” dialoga con gli elementi architettonici dell’edificio medievale e con gli affreschi in questo contenuti, con la poetica sovversiva dell’artista.
Le pareti della Sala delle Capriate dell’edificio medievale saranno ricoperte da proiezioni luminose create dalla Holzer.
I versi scelti dall’artista interessano le sue riflessioni su identità, genere e dialogo che sono le parole più interessanti per la Holzer, e soprattutto la crisi del sistema migratorio, prendendo testi di scrittori e scrittrici italiane tra i quali Patrizia Cavalli e Pier Paolo Pasolini e stranieri come Wislava Srymborka e James Schuyler.
L’installazione comprende anche nove panchine in marmo prodotte per quest’occasione dove potranno sedersi a ammirare le opere i visitatori, grazie al contributo della Fondazione Henraux.
Anna Camia