Con il titolo “Mimmo Paladino: La regola di Piero” questo noto artista contemporaneo rende omaggio ad uno dei più importanti maestri che hanno contato nella sua carriera artistica: Piero della Francesca, presentando 50 opere con un percorso in 6 diverse sedi. Voluta dall’Associazione Guido d’Arezzo con il Comune di Arezzo, è curata da Luigi Maria Di Corato.
L’esposizione si apre il 15 giugno 2019 e resta visibile fino al 31 gennaio 2010. Raccontare la ricerca e la carriera di questo notissimo artista internazionale è superfluo data la sua notorietà, meglio mettere in luce la sua dedizione a uno dei più grandi artisti del passato: Piero della Francesca. Più adeguato anzi scrivere la sua dichiarazione alla mostra “Piero della Francesca per me è una fonte inesauribile di scoperta. La sua capacità di creare forme dalla luce, spazio dalla matematica, colore dal grigio, la sua iconicità quasi araldica, sono un costante punto di riferimento, quasi una regola, per questo ho deciso di raccontarlo ad Arezzo.”
La ricerca artistica di Paladino è fondata sulla figurazione e filosofia dell’arte italiana che ha portato sempre l’artista a cercare un confronto con le origini delle culture più differenti, confrontandosi con le basi iconiche e le tradizioni che vanno dalla Civiltà romana al Rinascimento, sempre esprimendosi in modo contemporaneo e chiaramente comprensibile a tutti. E’ un omaggio senza forzature a un Maestro che è stato decisivo per la vera arte italiana, che mostra come Piero sia stato di ispirazione non solo esteticamente, ma anche metodologicamente e tecnicamente.
Sono esposte 50 opere lungo un percorso itinerante che tocca 6 diverse sedi e presenta opere tridimensionali nella loro ispirazione pittorica, come nella Galleria Comunale d’Arte Contemporanea e nella Fortezza Medicea che di recente presenta opere di arte contemporanea. Nella Galleria saranno posizionati 34 dipinti tra i quali le celebri opere “Suonno da Piero della Francesca” del 1983 e 2 opere della serie “Il principio della prospettiva” del 1999 e il polittico inedito comprensivo di 7 elementi “Treno” realizzato nel 2007 che dialoga con l’installazione “Scarpette” sempre del 2007 che presenta 187 scarpe in bronzo, nonchè 6 sculture del nucleo ”Architettura” realizzate in materiali vari dal 2000 al 2007 e l’installazione “Senza titolo” del 2018 che si compone da bronzo, acqua e un video che parla del suo impegno in ambito cinematografico esposta solo a Napoli nel dicembre 2018.
Una scultura alta oltre 20 metri, un grande obelisco votivo ispirato ai Gigli di Nola, patrimonio dell’UNESCO, formato da vari elementi, che è un monumento temporaneo, alla matematica e alla inclinazione scientifica dell’Umanesimo e del pensiero di Piero, posizionato nella piazza davanti alla Basilica di San Francesco. Nella Fortezza, data la natura degli spazi, ci sono opere monumentali e per questo il percorso inizia con “Senza titolo” del 1988 e “Vento d’acqua” sempre in bronzo del 2005 esposto a Napoli al Museo di Capodimonte. Ci sono poi altre tre tappe una nella chiesa sconsacrata di Sant’Ignazio con una grande installazione “Dormienti” e in San Domenico una grande croce in foglia d’oro del 2018 omaggio al capolavoro di Cimabue.
A Porta Stufi la creazione del 2003 “Bandiere” in alluminio policromo e “Elmo” in bronzo del 1998 esposto in vari musei mondiali. Il curatore della mostra nella presentazione ha scritto: “L’opera di Mimmo Paladino è come una macchina del tempo nata nel presente e perfettamente contemporanea, ma in grado di portare la Storia nell’arte di oggi.”
Un’esposizione da non perdere.
Emilia Dodi