Alla Rocca di Angera Ala Scaligera sino al 9 settembre 2019 c’è la mostra che ha il titolo latino mediato dalla disputa tenuta da Dante Alighieri a Verona nel 1320, (disputa inerente il passato e il futuro) con i più importanti nomi del contemporaneo internazionale. Curatore Andrea Villani.
Quest’importante mostra che è curata da Andrea Villani direttore del MADRE di Napoli con la collaborazione della Galleria Lia Rumma di Milano, inerisce il rapporto tra acqua e terra e fa conoscere come le opere esposte siano state selezionate e presentate per creare un dialogo fra loro, e le mette in continuo confronto per chiarire cosa questi due elementi significano nel mondo contemporaneo globalizzato e nelle relative culture.
Rifacendosi alle dispute medievali il curatore scrive: “cosa possa significare oggi muoversi fra terra e acqua, in un’epoca di migrazione e conflitti di connessioni e contaminazioni, di diaspore e contro-diaspore, di termine nell’era analogica e all’inizio di quello digitale”. Una domanda su quello che attualmente come nel passato queste contraddizioni e le relative potenzialità di acqua e terra generano, alle quali le opere degli artisti in mostra possano mettere in luce con le loro passioni e interpretazioni mediante pittura, scultura, foto, video e installazioni.
Gli artisti presenti tra i più bei nomi dell’arte contemporanea internazionale sono: Marina Abramovic, Gino De Dominicis, William Kentridge, Anselmi Kiefer, Joseph Kossuth, Hendrik Kraven, Domenico Antonio Mancini, Marzia Migliore, Wael Shawsky, Haim Steinbach, Gian Maria Tosatti, Gilberto Zorio. Potendo di ciascuno di questi si dovrebbe dare una sintesi dell’opera, ma essendo il numero di parole tiranno, si segnaleranno solo quelli dei quali vengono mostrate le foto, facendo presente che tutti sono degni di nota.
Iniziando con l’artista tedesco Hendrik Krawen con l’olio su tela Soviet wie mögliec dipinto in modo iperrealistico, introduce i fantastici incroci della globalizzazione con una ricerca molto attenta dove l’umano è inserito nel sistema di inter e iper-relazione. Marina Abramovic. notissima artista di body art, con una performance dove rimane distesa nella acque di Stromboli considerato un luogo primordiale, dove la comunità insorge per le regolari regole di convivenza. Il suo corpo esposto nelle acque e fermo, diviene tutt’uno con queste. William Kentrige mettendo in luce il presente, nel suo arazzo tessuto e ricamato a mano su uno sfondo di carte geografiche e residui antichi, fa muovere delle figure indistinte che parlano di esodo o di fuga.
Haim Steinbach ci porta a Capri, riflettendo come una volta fosse rifugio di intellettuali e ora è divenuta preda del turismo di massa. Una realtà che è anche astrazione. Wael Shawky con la sua scultura in bronzo dipinto evoca i confini di una realtà religiosa storico politica immaginaria, modellando entità polimorfe, creature fiabesche per trasformarle in torri di navi che solcano il Mediterraneo, a dimostrazione che le guerre e le conseguenze di queste mettono in confronto culture differenti che affermano le idee. Anselm Kiefer presenta tre opere dove le rappresentazioni allegoriche e processi alchemici divengono raffigurazioni di ferite dell’intimità personale. Gilberto Zorio con la sua ciotola nella quale immette la spugna e l’acqua fluorescente crea un paesaggio naturale come strumento di comprensione del mondo.
Anna Camia