E’ andata in scena al Teatro delle Muse di Roma, ed ora in tournée, la rivisitazione di Edoardo Guarnera dell’operetta di Franz Lehar, La Vedova Allegra, ribattezzata La Divina Vedova Allegra, coadiuvato nell’allestimento dalla sorella Mariella Guarnera. Grande successo e applausi a scena aperta.
Con La Divina Vedova Allegra, Edoardo Guarnera ha compiuto la prima tappa di un percorso volto a realizzare una “mission impossible”: quella di riportare in vita e restituire dignità ad un genere teatrale, quello dell’Operetta, che ha avuto un grande successo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, ma che oggi è dai più considerata tramontata definitivamente. Guarnera non è di questo avviso e noi siamo assolutamente d’accordo con lui. L’Operetta, con il suo carattere al tempo stesso leggero e sentimentale ed il suo stile semplice e popolare, costituito da una sapiente alternanza di brani musicali e di recitazione, non può e non deve cadere nel dimenticatoio. Ed il tutto esaurito visto al Teatro Delle Muse e gli applausi a scena aperta a fine rappresentazione, dimostrano senza ombra di dubbio che Guarnera ha ragione.
E per iniziare questo percorso, non poteva fare scelta migliore con La Divina Vedova Allegra, scritta dal grande compositore ungherese Franz Lehar, una pietra miliare, un capolavoro assoluto del genere operettistico.
La trama dell’opera possiamo riassumerla in questi termini: Anna Glavari (interpretata da una magistrale e sensuale Annalena Lombardi), donna di umili origini, sposata con un ricchissimo banchiere di un piccolo paese, il Pontevedro, è rimasta vedova dopo pochi giorni di matrimonio. La ricca vedova si reca a Parigi, dove si trovano i più importanti notabili del Pontevedro, tra cui in particolare il barone Zeta, che sono disposti a tutto pur di evitare che la donna possa risposarsi con un parigino o, comunque, con uno straniero, perché in questo caso tutto il patrimonio ereditato andrebbe perduto e il piccolo regno del Pontevedro, in grave crisi finanziaria, andrebbe fallito.
Occorre quindi trovare un pretendente che sia di quel paese e il conte Danilo Danilovich (un bravissimo, ben compenetrato nel ruolo, Edoardo Guarnera) diplomatico di carriera, sembra proprio il candidato adatto. Ma lui non ci pensa per niente a sposarsi, almeno inizialmente. Infatti preferisce passare le sue serate con le piacevoli e disinvolte “Grisettes” del famoso locale parigino “Chez Maxim’s”, delle ballerine tuttofare stile “Moulin Rouge”. Il motto del conte Danilo? “Innamorarsi spesso, fidanzarsi qualche volta, sposarsi mai”.
Ma, nonostante sia uno sciupafemmine, Danilo prova per Anna un sentimento sincero.
L’operetta prosegue con una lunga serie di divertentissimi intrecci amorosi e tradimenti, che vedono coinvolti ad uno ad uno tutti i notabili protagonisti della vicenda e le loro rispettive consorti. Nel corso di queste vicende, Danilo e Anna si punzecchiano e si rincorrono continuamente, fino a quando, dipanatasi la matassa, arriva, immancabilmente, il lieto fine.
Lo spettacolo, nel suo complesso, è affascinante ed emozionante ed il merito è di tutti: intanto un cast straordinario composto da 20 attori molto bravi e molto ben coordinati tra loro. Poi un affascinante corpo di ballo, vera delizia per gli spettatori. E ancora l’ottima regia di Edoardo Guarnera.
Al di sopra di tutto e di tutti, il bellissimo adattamento effettuato da Mariella Guarnera che ha sapientemente inserito alcune scene e balletti propri del genere “musical”. Inoltre è riuscita a far convivere la meravigliosa musica di Lehar con alcuni tra i più celebri brani di Verdi e di Puccini, non presenti originariamente nell’opera, realizzando così una felicissima contaminazione di generi.
Questa fantastica commistione di musiche e di scene ha prodotto come risultato un susseguirsi ininterrotto, per tutta la durata della rappresentazione, di ritmi e melodie di brillante vivacità e freschezza. Uno spettacolo, quindi, ora in tournée che vale assolutamente la pena di andare a vedere, perché garantisce divertimento ed emozioni.
Concludendo, la prima parte di questo percorso intrapreso dai fratelli Guarnera, per riportare in auge il genere teatrale dell’Operetta e restituirlo alla dignità che gli compete, è riuscita perfettamente. Il completamento di questo percorso prevede altre 3 tappe, altre 3 Operette che prossimamente verranno messe in scena sempre da loro due.
E se è vero, come è vero, che chi ben comincia è a metà dell’opera, auguriamo di tutto cuore ad Edoardo Guarnera di avere con le prossime Operette lo stesso straordinario successo avuto con La Divina Vedova Allegra e di potersi togliere di nuovo la soddisfazione che si è tolta durante le rappresentazioni romane: quella di dedicare a tutti coloro che lo hanno aspramente criticato, perché ritenevano erroneamente che l’Operetta fosse un genere teatrale ormai sulla via del tramonto, la famosa frase pronunciata dal grande Totò: “Alla facciaccia vostra!”.
Franco Ruggiero